Il derby con l’Acr è coinciso con l’atteso ritorno tra i pali di Sebastiano Paterniti, subito decisivo con un salvataggio miracoloso su Marzullo: “Mancavo da un po’ di tempo per via di un infortunio, dunque sono felice di aver giocato una buona partita. Non sono chiaramente al massimo della mia condizione ma nonostante ciò mi sono potuto esprimere bene, anche con qualche intervento importante”.
L’avvio era stato più incerto, per ammissione dello stesso estremo difensore: “Nel primo tempo ho avuto qualche difficoltà, sia perché non calcavo il campo da tempo sia perché il sole parzialmente mi dava fastidio. L’Acr ha creato delle occasioni realmente insidiose, giocando un’ottima partita e dimostrando tutto il suo valore. Marzullo con quella conclusione mi ha impegnato particolarmente e con reattività sono riuscito ad impormi. Fortunatamente per noi è andata bene, abbiamo ritrovato solidità in difesa ma pecchiamo ancora sotto porta”.
Il tridente tanto caro al nuovo tecnico Franco Viola è stato accantonato in fretta: “Con il 3-5-2 abbiamo trovato la nostra identità che nonostante tutto ci ha portato punti e anche qualche soddisfazione. L’avevamo testato con Furnari e il nuovo mister fortunatamente l’ha riconfermato. Si tratta di una persona preparata, con cui la squadra dialoga molto. Ha capito che il 4-3-3 non era adatto a questi uomini e dunque ha preferito tornare al modulo originale. A lui riconosco molti valori aggiunti, tra cui la grande umiltà e l’intelligenza tattica”.
Il Città resta a quattro punti dalla zona permanenza e dall’Acr, che è riuscito a superare il momento più buio, pur essendo rimasto a otto lunghezze dai playoff: “Penso che due squadre che rappresentano la città di Messina non dovrebbero stare in queste zone di classifica. Questa piazza non merita la serie D e mi auguro possa tornare subito tra i professionisti. Per quanto riguarda la mia squadra sono certo che ci giocheremo le ultime sette gare come delle autentiche finali, cercando di trovare la salvezza diretta senza passare dai play-out. Il nostro futuro dipenderà soltanto da noi, se avremo fame e voglia riusciremo a salvarci altrimenti saremo condannati. Dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo, a prescindere dall’avversario”.