Una lunga carriera da portiere ed una nuova vita da agente sportivo. È questo il ruolo che, assieme alla sua attività di imprenditore, Mimmo Cecere ha deciso di rivestire per restare nel mondo del calcio dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, con l’ultima esperienza terminata in giallorosso nella stagione 2010-11.
Un ruolo che lo tiene vicino al panorama calcistico peloritano: “Ho assistito ad un bel derby tra Città di Messina ed ACR Messina. La prima è una matricola, che sta cercando di imporsi nel miglior modo possibile, in un torneo ostico come quello di serie D. Due dei miei assistiti, Ferraù e Di Vincenzo, militano in questa società e stanno svolgendo un ottimo lavoro. Si tratta di due profili interessanti e di prospettiva, in cui confido veramente tanto. Inoltre, il clima creato da mister Furnari sprona i giocatori a dare sempre il massimo, anche se a parer mio qualcosa va migliorato per avere una maggiore tranquillità”.
Cecere ha anche commentato la crisi nera accusata dall’ACR Messina di Pietro Sciotto: “Purtroppo si trova in una situazione forse mai vista. Nessuno avrebbe pensato che si potesse toccare un punto così basso ed è sicuramente un peccato per una realtà comunque blasonata. C’erano tutti i presupposti per fare bene durante quest’estate ma purtroppo qualcosa non è andato per il verso giusto. Si è perso troppo tempo ed alcune decisioni chiave sono venute a mancare. Ci sono ottimi giocatori in rosa, ma nonostante ciò le motivazioni sono quasi nulle. Bisogna fare qualcosa di realmente importante per salvare il calcio messinese”.
Secondo l’ex portiere sarebbe necessario ripartire dai vivai, per garantirsi un futuro diverso, dopo un decennio vissuto prevalentemente tra i Dilettanti: “In Sicilia, e soprattutto a Messina, manca uno scouting di tipo professionale. Le differenze con i settori giovanili del Nord Italia si notano tantissimo, ed i nostri ragazzi andrebbero osservati e allenati in modo diverso rispetto a quanto fatto fino ad ora. Se un giocatore possiede le qualità per diventare un professionista bisogna spianargli la strada, trovando sempre il percorso migliore per la sua carriera. Le società devono puntare tutto sui vivai, con lo scopo di far accrescere il valore stesso della squadra. Ai giovani, infine, vanno affiancati i giocatori d’esperienza, quelli che in campo e nello spogliatoio fanno la vera differenza”.