Pasquale Ferrara è un leone in gabbia. La notizia della squalifica del tecnico fino al prossimo febbraio non è proprio calata giù a tutto l’ambiente milazzese. La società ha inoltrato ricorso e spera nella diminuzione di una pena ritenuta eccessiva. Tutto questo alla vigilia del big match del “Despar Stadium” contro il Camaro, squadra allenata dal tecnico fino allo scorsa primavera.
Ferrara però continua a masticare amaro e ripensa agli attimi che hanno portato al suo allontanamento dal campo durante la sfida con il Catania San Pio: “E’ una squalifica ingiusta – ha commentato il tecnico – io non ho né insultato né messo le mani addosso a nessuno, non fa parte della mia educazione né tanto meno della mia cultura sportiva. Mi sono girato verso la panchina affermando come spesso non sia stato fortunato con assistenti di linea provenienti da Barcellona Pozzo di Gotto o Messina. Da lì si è scatenata una reazione contro di me, l’arbitro si è avvicinato ed io ho solo posato la mia mano sulla sua spalla come segno di calma, non volevo mancare di rispetto a nessuno”.
Al tecnico non resta che sperare in una revisione della durissima decisione: “Ritengo tutto questo clamorosamente immeritato e spero nel ricorso. Riconosco di avere un carattere estroso, tante volte focoso, questo è un mio limite, ma non ho insultato nessuno. Certe volte da parte dei direttori di gara basterebbe un po’ di buonsenso: dopo tutto sono uomini di sport anche loro. Devono comprendere l’agitazione dettata dall’adrenalina, noi in quel momento stavamo perdendo 2-0”.
Ferrara si sofferma sul suo addio al Camaro, sottolineando come ad oggi ci sia un rapporto di stima ed amicizia con tutto l’ambiente neroverde: “Ci tengo a precisare che il mio addio al Camaro non è stato assolutamente traumatico, tutt’altro. Reputo il presidente Antonio D’Arrigo e Pasquale Rando degli amici, tante volte quando si trovano a passare dalle mie parti ci fermiamo a bere un caffè. Al Camaro credo di aver dato tanto, sono arrivato che la squadra aveva racimolato appena tre punti in cinque gare, siamo arrivati in zona playoff giocando un bel calcio. Quest’anno io puntavo a migliorare il piazzamento della passata stagione, la società ha investito tanto nello stadio che è un valore aggiunto, ma arrivato a quel punto si sono dovute fare delle scelte. Ma con tutto lo staff del Camaro i rapporti sono ottimi”.
Ferrara non è sorpreso dall’ottimo campionato che sta facendo il Camaro e spende parole d’elogio verso Michele Lucà: “E’ un ragazzo intelligente, che ha fatto bene in Promozione con la Messana e adesso si sta cimentando con ottimi risultati in questa nuova categoria. Non mi sorprende il campionato del Camaro perché conosco il valore della rosa, sono giocatori che ho allenato fino a pochi mesi fa. Mondello e Cappello sono due top player per la categoria, sono andati via elementi come Pettinato e Ancione, che sono stati ben rimpiazzati. Il Camaro è una squadra che ha dentro di sé la cultura del lavoro e del gioco, indipendentemente dai moduli, quando si hanno queste caratteristiche l’assetto tattico è secondario. Lucà ha capito che il Camaro può essere un progetto a lungo termine ed effettivamente è così”.