A metà ottobre, a Messina, tiene ancora banco la questione agibilità. Dopo avere disputato a porte chiuse il derby di Coppa con l’Igea Virtus, l’ACR potrebbe presto giocare per la terza volta in stagione senza pubblico sugli spalti (è accaduto anche mercoledì a Gela). E sembra già molto lontano l’idillio di qualche mese tra la famiglia Sciotto e il sindaco Cateno De Luca, che ha “ufficializzato” la decisione della Questura sul suo canale istituzionale, ovvero la propria pagina Facebook.
La società ha però diffuso un altro documento, ovvero il verbale della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo, sottoscritto dalla presidente Maria Caterina Ippolito. L’organo prefettizio si era riunito già giovedì, in seguito all’istanza di convocazione da parte del Comune, per esprimere il parere relativo all’agibilità del “Franco Scoglio”.
“Tale riunione – si legge nella nota – è stata aggiornata a venerdì per la mancata produzione della convenzione di utilizzo dello stadio e per il mancato adempimento agli obblighi di sicurezza antincendio”. Il club, in una nota stampa, ha evidenziato di avere prodotto in seconda battuta l’accordo sottoscritto con Palazzo Zanca e l’assicurazione che era chiamata a stipulare.
La dottoressa Ippolito ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’Amministrazione: “Alla riunione convocata venerdì, con notevole ritardo, si sono presentati due funzionari del Comune privi di qualsivoglia potere decisionale. La Commissione non ha potuto pertanto esprimere alcun parere”. Che sarebbe stato indispensabile per la concessione della licenza da parte della Questura.
A fornire la versione del Comune è l’assessore allo sport Giuseppe Scattareggia: “Giovedì è stata riscontrata la mancata firma del dirigente del Dipartimento Sport Salvatore De Francesco in calce alla convenzione, perché il Comune attendeva ancora la stipula dell’assicurazione da parte dell’ACR. Risolto questo aspetto, la novità rispetto al passato è che il nuovo comandante dei Vigili del Fuoco ha richiesto anche la “Scia” antincendio, un documento che il Comune non ha mai avuto e che non è mai stato richiesto in questi anni”.
La cosiddetta “Segnalazione Certificata di Inizio Attività” secondo Palazzo Zanca sarebbe peraltro superflua, perché lo stadio ha già ottenuto il collaudo decennale e un altro documento, il “Cpi”, ovvero il Certificato Prevenzione Incendi. Che evidentemente alla Commissione non bastano. E non è detto che il problema possa essere risolto in tempi brevi. “Per ottenere la “scia” – conclude Scattareggia – occorrono almeno due mesi, anche perché un Ente pubblico deve predisporre un impegno di spesa e conferire l’incarico a un tecnico abilitato”.
Non resta che appurare che l’agibilità sussistente fino a due settimane fa, quando si è giocata la gara con il Marsala, è di colpo decaduta dopo la scadenza della convenzione stipulata dalla precedente Amministrazione e che per la Prefettura non vi è possibilità di deroghe. Due settimane fa d’altronde anche il cameraman della nostra testata è stato inspiegabilmente bloccato all’ingresso nonostante l’accredito del club. L’ultimo paradosso è che la tifoseria sarà costretta a seguire ancora una volta la partita dalla collinetta sovrastante l’impianto di San Filippo. Che a nostro avviso è di certo meno sicura dei gradoni di uno stadio che resterà ancora una volta chiuso.