Esperienza e personalità. Mario Russo vuole essere il faro della difesa del nuovo Milazzo, che punta a recitare un ruolo da protagonista nel prossimo campionato di Eccellenza. In rossoblù, Russo ritrova il proprio mentore Pasquale Ferrara, tecnico vulcanico ed estroso ma che conosce a menadito la categoria, estremo cultore della preparazione fisica ed atletica. I due si ritrovano dopo pochi stagioni, vale a dire dopo i fasti di Rocca di Caprileone, luogo dove nella stagione 2015/16 Russo diventò il difensore goleador per eccellenza: ben 19 reti. Mica male per uno che i gol li dovrebbe evitare e poco importa se la rottura tra la società tirrenica e Ferrara si fosse già consumata.
Adesso le strade dei due si sono incrociate di nuovo, grazie alla volontà del mister che così ritrova il proprio punto di forza nelle retrovie: “La presenza del mister è stata importante per la mia scelta, lui conosce me ma soprattutto io conosco lui e i suoi metodi di allenamento. Non l’ho trovato cambiato per nulla, è un allenatore molto preparato che cura molto la preparazione atletica. Io già mi sento in buone condizioni nonostante ci stiamo allenando da poco. Sono molto contento di vivere una stagione con lui”.
Per Russo, però, il Milazzo di strada ne deve fare: “Credo che la rosa attuale possa ambire ad una salvezza tranquilla, per arrivare a giocarci i playoff serva qualcosa in più. Ma fortunatamente il mercato non chiude domani, ancora c’è la possibilità di poter far arrivare giocatori di spessore e sono sicuro che così sarà. Fortunatamente abbiamo alle spalle una società seria e preparata, che conosce il campionato e farà le mosse giuste”.
Russo arriva in una piazza calda, che ha vissuto qualche divisione interna: “So che ci sono due realtà, ma io mi auguro che i tifosi ci stiano vicini. Credo che poter contare sul fattore campo per noi sia fondamentale, questa piazza sa essere unica. Il campionato? Credo che sia molto difficile che in questa categoria ci possa essere una squadra che vince a mani basse tutte le partite. E’ un torneo equilibrato, nel quale noi non partiamo tra le favorite, penso che questo compito debba toccare al Sant’Agata, che ha chiesto il ripescaggio in D, al Paternò e ad altri. Ma la promozione del Città di Messina però insegna che tante volte chi parte nelle retrovie spesso la spunta. Occorre bravura e anche quel pizzico di fortuna che a loro non è mancata”.
Sul futuro, Russo ammette: “Non parlo di progetti pluriennali, penso stagione per stagione. Devo dare il mio contributo, poi a fine anno si tireranno le somme come sempre”.