Alla scadenza delle ore 13 sono cinque le domande di ripescaggio presentate in Lega Pro a Firenze, ma soltanto tre sono complete. Sembra quindi a un passo l’ammissione nel girone più settentrionale per la Juventus B, unica seconda squadra a sfruttare la possibilità, dopo le rinunce di Milan e Torino. Ripescaggio vicino anche per la Cavese di Giacomo Modica e dei tanti ex messinesi, e l’Imolese, che otterrebbe la terza serie dopo avere vinto per due volte di seguito i play-off, mantenendo i conti in ordine.
In bilico c’è il Prato, che ha cercato di risolvere in extremis il problema stadio. La disponibilità della struttura è stata concessa per la seconda volta dal Comune, che però l’ha vincolata al cambio di proprietà fin qui slittato a più riprese. A Firenze potrebbero non ritenerlo sufficiente.
Il Como ha presentato invece la domanda senza le fideiussioni allegate, sostituite secondo indiscrezioni con degli assegni a copertura. Stando così le cose, l’esclusione sembra inevitabile, non essendo una fattispecie prevista. In sintesi, restano sicuramente due posti liberi, tre se il Como verrà bocciato, quattro se sarà fuori anche il Prato. La prossima C avrebbe insomma da 56 a 58 squadre al via, rispetto al format dei 60 posti. L’anno scorso scattò con 57 società partecipanti.
C’è però l’incognita rappresentata dal Santarcangelo, che ha rinunciato alla domanda di ripescaggio, chiedendo invece la riammissione, dopo il playout perso con il fallito Vicenza. Pende anche il ricorso al Coni dell’Avellino ma c’è chi prefigura – in caso di riammissione degli irpini – una serie B a 23, che lascerebbe comunque un posto libero in C. Entrambe le società sono assistite dal legale napoletano Eduardo Chiacchio.
Il Messina invece è alla finestra. I peloritani erano fuori dalle graduatorie che comprendevano le 36 squadre partecipanti agli ultimi playoff di serie D e hanno richiesto una deroga, ovvero la riapertura dei termini che la rimetterebbe in corsa. Anche l’anno scorso chi era escluso da queste griglie non aveva presentato domanda.
Due anni fa, invece, ci provò – invano – il Monza, che aveva chiuso il campionato al decimo posto, quattro scalini più in basso rispetto all’ACR. La Figc ritenne infatti inammissibile la domanda di ripescaggio in quanto «a seguito del suo posizionamento nella classifica finale del Campionato di Serie D 2015/2016, non aveva titolo per presentare la domanda di ripescaggio, non rientrando nella graduatoria della Lega Nazionale Dilettanti, redatta ai sensi del Regolamento per i ripescaggi». Un precedente che sembra, purtroppo, inequivocabile. Ecco perché il Messina ha percorso altre strade.
Adesso la palla passa proprio alla Federcalcio. L’eventuale riapertura dei termini, che consentirebbe in pratica di presentare una domanda di ripescaggio anche ai club fuori graduatoria, non è infatti di competenza della Lega Pro, come tengono a sottolineare a Firenze. Deciderà il commissario straordinario Roberto Fabbricini, al quale si sono già appellati la società e la politica messinese.