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Buonocore riparte dal Cervia: ”Messina nel mio cuore, ma servono certezze”

Nessuno mai potrà dimenticare quella sua straordinaria cavalcata, quella che l’ha consacrato idolo immortale del popolo messinese. Siamo nel mese di ottobre del 2001 e nello storico Celeste va in scena il derby tra Messina e Palermo. I peloritani sbloccano il match con Godeas al 34′, abile dagli undici metri a trafiggere il portiere rosanero. Nella ripresa arriva il golaco, quello che tutti i bambini sognano di segnare almeno una volta nella vita. Enrico Buonocore riceve palla da Gutierrez liberandosi di un difensore avversario, poi di un altro, poi di altri due ancora. Entrato in area, davanti a Sicignano rimane glaciale, regalando il doppio vantaggio ai giallorossi con una fucilata. Il Celeste è una bolgia, il Celeste si inchina al suo numero dieci, il poeta di Ischia, semplicemente Enrico Buonocore.

Enrico Buonocore
Enrico Buonocore esultante con la maglia del messina

“A Messina ho dei ricordi fantastici. Ci ho vissuto per tre anni e mezzo – dice il Maradonino di Ischia – ed è sicuramente una città accogliente e vivibilissima. Le stagioni in giallorosso sono indimenticabili per me, soprattutto per la realtà in cui mi sono calato ed il rapporto che ho instaurato con la società, i tifosi ed i compagni di squadra. Giocare al Celeste era fantastico, le tribune erano sempre stracolme e questo per me era un incentivo per dare sempre il massimo. Il mio gol più bello? (ride ndr) Sicuramente quello contro il Palermo, è stato sensazionale, probabilmente il più bello della mia carriera”. 

Buonocore e Marra
Buonocore e Marra sulla panchina del Messina (foto Ciccio Saya)

Dopo il commosso ricordo dell’esperienza in riva allo stretto, l’ex centravanti  giallorosso ha analizzato l’attuale situazione societaria dei peloritani:  “Dispiace vedere il Messina in queste categorie. Questa piazza storica ha bisogno di un leader, una persona che a livello economico possa garantire una serie di investimenti di primo livello. Innanzitutto la struttura societaria necessita di alcune modifiche poiché sono stati commessi alcuni errori gravi durante gli ultimi mesi. Per fare calcio non basta solo comprare i giocatori o piazzarli in campo, prima di questo viene l’organizzazione della società.  Una programmazione corretta, unita al lavoro costante nel corso della stagione, può portare i frutti sperati per rilanciare il calcio in riva allo stretto. Credo che la cosa migliore da fare sia trovare imprenditori locali, abili nel settore e disposti ad investire. Inoltre il San Filippo non è adatto per la Serie D, per via delle grandissime spese economiche che si affrontano nel corso di una annata sportiva. Stiamo parlando di uno stadio di Serie A ed in queste categorie la soluzione migliore viene rappresentata dal Celeste, che secondo me deve essere ristrutturato. Spero che il Messina torni nella categoria che merita, non con le chiacchiere ma con i fatti concreti’’. 

Enrico Buonocore
Enrico Buonocore nelle vesti di secondo allenatore del Messina

Buonocore è ora atteso dalla nuova esperienza alla guida del Cervia in Promozione: “Ho sempre avuto degli ottimi rapporti con il Cervia. Sia il presidente che diversi dirigenti mi hanno chiesto se avevo voglia di mettermi in gioco su questa panchina e dunque ho accettato subito. Sono molto contento riguardo a questa decisione, faccio parte di una società importante dotata di ottime strutture in cui si può far bene. Credo che questa sia stata la scelta più concreta e ragionata per proseguire la mia carriera di allenatore”.

“Sono già stato sulla panchina del Messina – sottolinea Buonocore ricordando la sua parentesi da vice di Sasà Marra in Lega Pro nel 2016 – e la mia esperienza è stata positiva. Il mio lavoro da allenatore è stato facilitato chiaramente dalla mia esperienza da calciatore. Mi piacerebbe allenarlo nuovamente, la città mi è rimasta del cuore, ma prima di accettare l’incarico vorrei avere delle garanzie importanti dalla società. Il professionismo? Ho iniziato tardi ad allenare, ma nella vita non si sa mai… ’’

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