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Parisi studia da allenatore: “Tanto da imparare. A Messina il calcio trascinava la città”

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Dal campo alla panchina. A pochi passi da quel “Celeste” che lo vide straordinario protagonista della promozione in A con il Messina realizzando 14 reti, Alessandro Parisi sta frequentando il corso Uefa-B e sogna adesso un futuro da allenatore, dopo aver chiuso la carriera da calciatore nel 2015-16 con la maglia che aveva amato di più in assoluto. Nei locali della sede della Figc di via Oreto, dove sarà impegnato fino agli esami del prossimo giugno, inizia per lui una nuova fase: “Penso sia un percorso obbligato per chi vuole continuare a stare nel mondo del calcio – dice ai nostri microfoni l’ex terzino giallorosso – questa è la prima tappa per cominciare a studiare tutto quello che fino ad oggi si è messo in pratica sul campo in maniera diversa”.

Parisi
Parisi e compagni all’ingresso in campo

L’allora “Roberto Carlos dello Stretto” vanta già nell’ambito un’esperienza con il Cus: “Ho intrapreso anche questa strada, occupandomi del settore calcio. E’ un modo per non allontanarsi tanto e fare esperienza sul campo partendo dal basso ma cercando sempre di costruire qualcosa di positivo. In questo momento non ho ancora niente dell’allenatore – aggiunge Parisi – ma ho tanto da imparare. Per me è un momento di estrema valutazione, nel quale devo immagazzinare più nozioni possibili per poi capire quale possa essere il ruolo giusto. Per rifondare nel calcio bisognerebbe ripartire dall’attività di base e quindi dai settori giovanili. Purtroppo su questo oggi si investe poco, ma per un calcio fatto di qualità è proprio quello il punto di partenza”.

Alessandro Parisi
Alessandro Parisi con la maglia del Messina

Con il Messina ripiombato nuovamente in Serie D, per la terza volta in 25 anni, inevitabile ripensare con tanta nostalgia a quella storica promozione in A conquistata nel 2004 e al successivo settimo posto in massima serie. Parisi non nasconde l’emozione e allarga, però, il discorso: “Ripensando a quanto avveniva anni fa la differenza è netta non solo per il calcio ma anche per Messina. Erano momenti diversi, in cui il calcio trascinava una città intera e la sua gente, un movimento in cui ciascuno si rapportava. Questo fa tanta rabbia perché ci sono le potenzialità ma si è tornati indietro di tanto. Speriamo ci sia la buona volontà di ognuno di noi nel ricostruire qualcosa che riporti a quei momenti”.

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