La notte non ha portato consiglio. Dopo un venerdì ad alta tensione, caratterizzato dall’infruttuoso confronto con il presidente Pietro Sciotto, gli animi restano tesi in casa Messina. Non a caso la squadra ha deciso di saltare anche la seduta di rifinitura, alla vigilia della trasferta di San Cataldo. Per domenica, di prima mattina, è fissata la partenza per il centro della provincia di Caltanissetta, distante oltre 200 km.
La prima squadra dovrebbe onorare regolarmente l’impegno, come fa presupporre anche la nota stampa con la quale sono stati ufficializzati i nomi dei venti convocati. Il tecnico Giacomo Modica da una settimana è a letto con la febbre nella sua Mazara e potrebbe rinunciare alla trasferta. Al vice Michele Facciolo, che comunque lo sostituirebbe in panchina in virtù di una lunga squalifica, l’ingrato compito di verificare lo spirito con il quale si scenderà in campo, dopo il clamoroso ammutinamento, che preoccupa ben più di una difesa da reinventare per le squalifiche di Bruno e Manetta, assenti insieme agli infortunati Balsamà e Bettini, mentre Yeboah da tempo è ormai rientrato in patria.
Dopo avere tollerato l’assenza del gasolio e di una doccia calda nella settimana che ha preceduto il match con la Palmese, gli atleti hanno chiesto garanzie sui pagamenti residui previsti da qui a fine giugno, in pratica le ultime quattro mensilità della stagione. Istanze rigettate al mittente da parte della società, che fin qui ha onorato tutti gli impegni, ma sembra aver legato il mantenimento degli accordi ai risultati del campo. “Un passaggio a vuoto a San Cataldo potrebbe costringere la proprietà ad adottare seri provvedimenti. Nel corso della prossima settimana sarà discussa ogni singola posizione economica”, ha comunicato infatti il club nella nota con cui ha peraltro annunciato il silenzio stampa di tutti i tesserati, che – si legge ancora – “saranno severamente multati”, oltre che destinatari di “un’indagine interna”.
Anche se l’ascia di guerra verrà sotterrata, il muro contro muro delle ultime ore sembra rappresentare un punto di non ritorno. Altro che conferme in blocco di staff tecnico e calciatori: si respira già aria d’inevitabile rivoluzione. Una scelta, a nostro avviso, rischiosa e discutibile. Come quella di trasformare San Cataldo in un crocevia della stagione. Il campionato non ha rispettato le premesse della vigilia, ma molteplici errori sono stati commessi in estate. Incauto all’epoca promettere la luna: Messina per tre volte in 24 anni è ripartita dai Dilettanti e ogni volta ha impiegato almeno cinque stagioni per uscire dagli Inferi.
Inoltre l’ammissione in soprannumero, possibile grazie al coinvolgimento del Comune e a un sostanzioso contributo a fondo perduto sborsato da Sciotto, si è concretizzata ad estate inoltrata e l’inevitabile ritardo accumulato, insieme a scelte dirigenziali e di mercato poi sconfessate, sono stati pagati amaramente nei primi due mesi di campionato. Nel calcio occorrono programmazione e sangue freddo, anche quando mancano i risultati. Resettare tutto porta invece con sé nuove incognite.