Chiusura d’anno con il botto per la formazione femminile dell’Handball Messina che proprio nell’ultima giornata del 2017, prima della sosta, ha agganciato la testa della classifica del girone di serie A2. Decisivo il successo ottenuto nello scontro diretto con Badolato, al termine di una delle migliori prestazioni stagionali ma soprattutto a chiusura di una costante crescita di gioco e rendimento della squadra cara al presidente Enzo Marino. Un primato in classifica che ripaga il lavoro portato avanti in palestra in questi mesi da parte di atlete e staff tecnico, supportate ad ogni passo dalla dirigenza. Un trait d’union vincente. Su questa leadership vi è anche la firma del tecnico Massimiliano Duca che, alla sua prima esperienza in panchina alla guida della formazione maggiore, ha dimostrato entusiasmo e anche spirito di sacrificio, trasmettendo in maniera graduale alle atlete le proprie idee, soprattutto la sua visione della pallamano, dando sempre spazio al dialogo. La presenza al suo fianco di una figura di grande esperienza come Luisa Chillè lo ha aiutato a calarsi nella nuova realtà e trovare il giusto approccio anche sotto il profilo psicologico con le atlete. “Sto vivendo la mia prima esperienza da allenatore – ci racconta Massimiliano Duca – non è semplice iniziare questo percorso tecnico al timone di una squadra seniores dove sei chiamato a rapportarti con atlete di diverse fasce dì età, molte con un passato di assoluto livello nella pallamano: ci sono giocatrici che hanno militato da protagoniste nella massima categoria. Io ho preferito un approccio soft, indirizzato alla conoscenza reciproca per entrare in sintonia e sono contento perché si sta venendo a creare un bel gruppo”.
Si passa poi alla disamina della stagione. “Guardando la classifica può sembrare strano ma non è stata priva di insidie questa prima parte di stagione tra andata e ritorno. Abbiamo esordito con il pareggio esterno di Siracusa, la sconfitta di misura contro Badolato alla quinta giornata ci è servita da lezione per comprendere ancora meglio le difficoltà del torneo di A2. Lo si è visto nel girone di ritorno dove abbiamo infilato una striscia di quattro vittorie consecutive che ci ha portato in testa. Vittorie ottenute in condizioni oggettive non semplici, penso alla trasferta di Marsala dove eravamo con le atlete contate. Tanto che abbiamo dovuto ripresentare in campo vista anche la situazione di emergenza Luisa Chillè, che era il mio prezioso braccio destro in panchina”.
Un primato giunto all’ultima fermata del 2017 con il successo del PalaMili su Meta 2 Badolato. Ma che forse poteva anche arrivare prima. “Meglio tardi che mai. Scherzi a parte il primato è il risultato di una crescita graduale ma continua della squadra. Sapevo di non potere pretendere che il gruppo girasse subito a pieno regime, anche perché non è semplice fare metabolizzare alle atlete il nuovo modulo di gioco. Da questo punto di vista sto avendo le risposte che mi aspettavo perché quando eseguono le indicazioni lo fanno in maniera eccezionale. Diciamo che il bilancio è molto positivo, sono soddisfatto del comportamento della squadra. Con l’Albatro abbiamo vinto con 15 reti di scarto contro una squadra che fino ad allora non aveva concesso punti per strada, tenendo sempre in mano l’iniziativa se si escludono i primi 5 minuti della partita e con Badolato grosso modo l’andamento è stato lo stesso. Nutro il massimo rispetto per i nostri avversari, ma come potenzialità tecniche e fisiche non siamo inferiori a nessuna squadra. Quando entriamo in campo con la giusta mentalità e riusciamo a sviluppare fino in fondo il nostro gioco, siamo la squadra più forte del campionato e lo abbiamo dimostrato nel corso di queste dieci giornate. Adesso dobbiamo continuare su questa strada”.
Avete pagato forse qualche difficoltà di impatto. “Abbiamo stentato, ma lo avevamo messo in conto, nel trovare la giusta chimica di squadra all’interno di un gruppo che pur poggiando su una ossatura consolidata dagli anni trascorsi insieme aveva registrato alcuni cambiamenti. Ci sono stati tre ingressi nuovi, il portiere Alessia Scordo e due giocatrici di movimento più un nuovo mister. Consideriamo anche che prediligo un gioco fondato molto sulla velocità e una minore circolazione di palla, diciamo meno manovrato rispetto al passato. I cambiamenti comportano tempi più lunghi ma quando abbiamo iniziato a carburare sotto il profilo della condizione fisica, trovando la giusta quadratura del cerchio anche tattica abbiamo iniziato a mostrare il nostro volto migliore. Da rimarcare la tenuta atletica della squadra alla distanza, prova ne sia che nei secondi tempi riusciamo non soltanto a mantenere un ritmo costante ma lo abbiamo anche incrementato, allargando la forbice del punteggio”.
Insomma siete come un motore diesel che esce fuori con il trascorrere dei minuti. “Difficile trovare una squadra che riesce a sostenere i nostri ritmi di gioco, merito della preparazione ma anche di una ottima gestione settimanale degli allenamenti. Stentiamo un po’ a carburare nelle fasi iniziali ma se miglioriamo anche sotto questo aspetto saremo una macchina perfetta. Ma la perfezione non è facile da ottenere”.
Per il tecnico le prossime quattro partite sono importanti in ottica primato. “Ci sarà una sosta lunghissima – conclude Duca – noi in questo periodo non ci fermeremo ma andremo avanti con una ripresa della preparazione anche perché torneremo in campo il 3 febbraio e dunque dovremo essere pronti a partire subito con il piede giusto. Peraltro alla ripresa troveremo un cliente difficile come l’Albatro che punta come noi alla testa della classifica. Se riusciamo a fare il pieno in queste quattro partite, e non sarà facile, si può chiudere in anticipo il discorso primato”.
Un pensiero in chiusura alla fase clou della stagione, la poule promozione, non lo si può non fare. “Se ci qualificheremo come io spero alla fase finale in programma a Chieti sarà fondamentale presentarsi all’appuntamento atleticamente ben preparati. Andremo a confrontarci con squadre che si allenano per tutto l’anno quattro, anche cinque volte a settimana, dunque sono in grado di sostenere per tutti i sessanta minuti un ritmo elevato. Devi andarci con tutte le atlete della rosa al top della forma fisica, con nelle gambe la giusta preparazione per reggere questi ritmi”.