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Messina, che carattere: la risalita continua. Rosafio incontenibile, Pezzella ritrovato

Il calcio è pieno di misteri, di fattori imponderabili, quasi al limite dell’inspiegabile. Lecito, quindi, domandarsi: “Ma cosa è scattato nella testa dei giocatori del Messina dopo lo 0-5 con la Vibonese?”. Da quel momento quella squadra timida, impacciata e con poche idee ha lasciato spazio ad un collettivo che sa incassare i colpi, che attacca con qualità e raziocinio. La gara con l’Ebolitana ha dimostrato che la retta via è stata finalmente imboccata, che i successi con Palazzolo e Igea e il pareggio di Ercolano, non sono stati frutto del caso.

Lavrendi palla al piede (foto Alessandro Denaro)

Giacomo Modica, tecnico capace di entrare nella testa dei giocatori e di dare un’identità ben precisa, ci aveva visto lungo, avvertendo circa le insidie che potesse nascondere una gara che di fatto dava il via ad un filotto di partite sulla carta abbordabili. I pronostici dell’allenatore peloritano si sono rivelati corretti, non certo per la qualità mostrata dai campani, ma perché l’episodio sfavorevole è sempre dietro l’angolo.

Ed infatti, pronti via, ecco che Manetta viene tratto in inganno da un rimbalzo fasullo del pallone a causa del terreno pesante, così De Rosa ha la strada spianata per il vantaggio ospite. Le raffiche di pioggia sembrano essere il preludio ad un pomeriggio di sofferenza, invece ne viene fuori un match interessante, nonostante l’Ebolitana abbia dimostrato di valere la classifica che ha.

Rosafio ci prova (foto Alessandro Denaro)

Il Messina mette all’angolo i campani, picchiando in continuazione sulla fascia destra dove Lia e Rosafio diventano un rebus irrisolvibile per Gambardella (il peggiore dei suoi) e compagni. Il terzino è forse la nota più lieta di questa fase di campionato, attacca con personalità e rischia la giocata, potendo contare su un piede capace di sfornare traversoni succulenti.

Dalla sua intraprendenza nascono il gol di Pezzella e l’episodio del rigore che ha deciso il match. L’ex Juve Stabia e Lecce è il valore aggiunto, forse deve calmare la frenesia che lo contraddistingue in certi frangenti, ma quando il pallone gli finisce tra i piedi si ha sempre l’impressione che possa accadere qualcosa di interessante. Gli schemi offensivi di Modica ed una condizione fisica notevolmente migliorata hanno fatto il resto, la gamba adesso è più esplosiva ed ogni volta che punta l’uomo sono davvero dolori.

La Curva Sud (foto Alessandro Denaro)

La stessa verve non si vede però sulla catena di sinistra, dove è comunque encomiabile la voglia di sacrifico di Polito e Mascari che non sono due mancini naturali.  Il forcing dei giallorossi si concretizza solo ad inizio secondo tempo con il gol di Rosafio, sintomo di un cinismo che ancora manca, soprattutto negli ultimi 16 metri.

Il pomeriggio di domenica ha fatto però scoprire al Messina le qualità di Pezzella, apparso il fratello buono di quel giocatore anonimo ed impacciato visto nelle battute iniziali della stagione. La vita matrimoniale ha fatto bene all’argentino, capace di segnare il 2-1 con un tiro secco e preciso che non ha lasciato via di scampo a Spicuzza.

Ma è stata tutta la prestazione positiva nel suo complesso, nonostante il terreno di gioco non fosse proprio l’ideale per le qualità tecniche dell’ex Akragas. Dietro la squadra si è concessa qualche amnesia di troppo, i due gol di De Rosa ne sono la prova, ma il carattere non è mancato.

Pezzella scocca la conclusione vincente (foto Alessandro Denaro)

Anzi, è tutta la squadra che adesso non si abbatte, incassa i colpi e si butta in avanti con rabbia e personalità. Un motivo in più per domandarsi cosa sia scattato nella testa dopo quell’inopinato 0-5 contro la Vibonese. Ma questo lo sanno solo Modica e i suoi ragazzi.

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