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Presso “Le Rocce di Capo Mazzarò” una giornata di “Bellezza” nell’ambito della Festa dell’Albero

Il prossimo 19 novembre presso “Le Rocce di Capo Mazzarò” si svolgerà una giornata di “Bellezza” nell’ambito della “Festa dell’Albero”. L’evento è organizzato dal Gruppo “Salviamo i Boschi” e la Fondazione Antonio Presti Fiumara d’Arte. Le Rocce è uno dei luoghi più suggestivi di Taormina, dimenticato per oltre 50 anni e concesso in comodato d’uso per 99 anni dalla Città Metropolitana di Messina alla Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte. Il progetto della Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte prevede la creazione di percorsi artistici, culturali, turistici e ambientali, in sinergia con i Comuni del comprensorio. In occasione della Giornata dell’Albero, verrà fatta una pulizia straordinario del sito e verranno piantati degli alberi come simbolo di rinascita.

Festa dell'Albero
L’ingresso de “Le Rocce di Capo Mazzarò”

Presenti scuole e associazioni guidati dal Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Alcide De Gasperi” di Aci San Antonio Prof.ssa Silvana di Bella, la Prof.ssa Valeria Aloi e una rappresentanza di alunni, il Presidente del CAI di Acireale dr. Paolo Falsaperla e il Presidente del Katane Diving Club Fabio Lombardo. A offrire gli alberi che verranno piantumati sono stati il vivaio Quattrocchi di Mascalucia ed il Vivaio Leotta di Acireale. “Questa finestra che si affaccia sull’infinito – dichiara Antonio Presti – paradossalmente non si è fatta toccare per consegnarsi alla speculazione e al malaffare, si è difesa da intere generazioni, e noi la vorremmo riconsegnare a chi non ha potuto amare e condividere la bellezza di questo giardino incantato e a coloro che presto potranno finalmente scorgerla. E questo grazie all’impegno etico e sociale di tutti quelli che lavoreranno e mi aiuteranno per riconsegnarla alla collettività nella sua integrità morale”. Presti sottolinea l’importanza di una sinergia di gruppo tra le scuole, le associazioni e la Fondazione Fiumara d’Arte, una proposta culturale a scala territoriale che non vuole coinvolgere solo il sito Le Rocce ma anche i paesi del litorale ionico, della Valle dell’Alcantara, della Valle d’Agrò e del parco dell’Etna, una rete che, attraverso la condivisione del promontorio Le Rocce, possa migliorare lo sviluppo del territorio. “Le Rocce – ribadisce Presti – costituisce un punto di partenza e volano turistico per avviare un concreto processo di crescita e sviluppo di tutti i comuni della fascia Ionica”. “La grande sfida di Antonio Presti di fare rivivere questo straordinario sito – afferma il Dott. Giuseppe Receputo fondatore del gruppo Salviamo i boschi – è stata accolta dal nostro gruppo con grande entusiasmo che vogliamo condividere con tutti gli amanti della Bellezza che vorranno sostenere l’iniziativa. Pertanto invito tutti gli interessati a portare guanti da giardinaggio e sacchi per contenere i rifiuti trovati lungo il promontorio. Alla fine dell’evento, condivideremo insieme il pranzo a sacco. Il gruppo Salviamo i boschi, ha il solo scopo di salvare quello che abbiamo ereditato dalle generazioni passate. Noi siamo ospiti in questo luogo meraviglioso che è la Terra, lo dobbiamo preservare e lasciare migliore alle generazioni future”. La Festa dell’ albero è una delle più antiche cerimonie nate in ambito forestale e rappresenta la celebrazione che meglio dimostra, come il culto ed il rispetto dell’albero affermino il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo.

Festa dell'Albero
Le Rocce Capo Mazzarò

Fin dai tempi più antichi, all’Albero ed ai boschi veniva attribuita una grande importanza, e già nella primissima epoca romana gli alberi erano classificati in olimpici, monumentali, eroici, ferali, felici, infausti; i boschi erano suddivisi in sacri, divinizzanti e profani. Si può dire che i Romani, con le loro usanze ed i loro culti precorsero l’odierna festa degli alberi; questi erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell’epoca. Con l’esempio di pubbliche piantagioni si volle poi insinuare nel popolo l’importanza della coltivazione degli alberi, imitando peraltro in quest’aspetto le usanze ancora più antiche dei greci e dei popoli orientali, presso i quali erano già diffuse la pratica dell’arboricoltura e dell’impianto di boschi. In epoca moderna la necessità di educare la popolazione al rispetto ed all’amore degli alberi anche attraverso una celebrazione si concretizzò per la prima volta in alcuni stati del Nord America intorno alla seconda metà dell’Ottocento quando, in conseguenza di spaventose inondazioni, larga parte del territorio fu colpita da disastrosi disboscamenti. Per questo motivo, nel 1872, il Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, pensò di dedicare un giorno all’anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza ecologica nella popolazione e per accrescere, così, anche il patrimonio forestale del proprio paese. Quel giorno fu chiamato Arbor day e la sua risonanza giunse anche in Europa dove trovò molti estimatori che diffusero l’iniziativa. In Italia la prima Festa dell’albero fu celebrata nel 1898 per iniziativa dello statista Guido Baccelli, quando ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Nella legge forestale del 1923, essa fu istituzionalizzata nell’art. 104 che recita: “È istituita la Festa degli alberi. Essa sarà celebrata ogni anno nelle forme che saranno stabilite di accordo fra i Ministri dell’Economia Nazionale e dell’Istruzione Pubblica” con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi. Nel 1951 una circolare del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la “Festa degli alberi” si dovesse svolgere il 21 Novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna. La Festa degli Alberi, oggi, mantiene inalterato il valore delle sue finalità istitutive che sono ancor più attuali di un secolo fa e rappresenta un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale.

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