La Commissione provinciale di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli ha concesso l’agibilità dello stadio “Franco Scoglio” per tutto il campionato 2017/2018. L’annuncio è dell’assessore allo sport Sebastiano Pino. La capienza è limitata a quota 3.000 spettatori, così suddivisi: 2.000 in Curva Sud, 750 in Tribuna centrale e 250 nel settore ospiti. A certificarlo il verbale che risale allo scorso 27 ottobre.
In caso di maggiore affluenza – spiega l’esponente della Giunta Accorinti – “l’ACR Messina dovrà avanzare apposita richiesta per una revisione occasionale, che consenta un aumento dei posti a disposizione per i tifosi per la singola partita”. Per la società di Pietro Sciotto, e per la tifoseria giallorossa, è la fine di un lungo incubo.
Sono state superate infatti le prescrizioni residue, da quella relativa ai vetri divisori, che separano gli spalti dal campo, alla diffusione sonora. Gli incaricati della Commissione hanno effettuato dei rilievi allo stadio, per verificare il livello di decibel degli altoparlanti, che non dovevano superare il tetto massimo previsto dalle normative. Pericolo (?) scongiurato e fumata bianca.
Determinanti le assunzioni di responsabilità da parte dei professionisti assoldati dal club, l’architetto Pasquale La Spina e l’ingegnere Giovanni Miceli. Può essere soddisfatto anche il direttore generale del club Giovanni Carabellò. Restano soltanto le prescrizioni di servizio, relative ad esempio alla certificazione della formazione alla quale sono stati sottoposti gli steward. Alla società è stata imposta la presenza di almeno quaranta addetti alla sicurezza degli spettatori, il rispetto delle procedure anti-incendio e la presenza di un punto medico.
Ottenuto il placet per il “Franco Scoglio”, si registra invece una brusca frenata per il “Giovanni Celeste”. A margine del verbale infatti, la Commissione ha annunciato che non rilascerà alcun parere preventivo in merito all’agibilità della struttura di via Oreto, come aveva auspicato la società di Sciotto. Ergo, se il club vorrà richiederla, dovrà presentare prima tutta la documentazione tecnica prevista in questi casi. Un compito sicuramente impegnativo. A quel punto, le carte saranno analizzate dall’organo prefettizio e soltanto in seguito si terrà l’eventuale sopralluogo. Come ripetiamo fin dai primi annunci ottimistici che risalgono alla gestione Proto, l’impressione è che i tempi non saranno affatto brevi.