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Città, Di Stefano: “A Rosolini un esame di maturità. Dovremo essere umili”

Il Città di Messina è pronto al salto di qualità. Dopo quattro successi di fila, la squadra di Furnari vuole confermare di poter valere le prime della classe. Non sarà facile, perché all’orizzonte c’è una delle trasferte più ostiche del campionato, quella di Rosolini, contro la squadra seconda in graduatoria.

Francesco Di Stefano

A questo importante appuntamento i giallorossi ci arrivano in uno stato di grazia, in virtù di un filotto importante che li ha confermati come terza forza del campionato. Per il centrocampista Francesco Di Stefano la trasferta di domenica rappresenta un vero e proprio esame di maturità: “Noi ragioniamo partita per partita, iniziamo sempre il lunedì a pensare all’avversario. Il Rosolini è un avversario importante, una squadra fatta per stare ai vertici. Noi però non siamo da meno, dovremo affrontare la gara con umiltà e concentrazione. Credo che sarà un esame di maturità, ma siamo convinti di poter far bene”.

Un ottimo momento figlio del lavoro di mister Furnari e dell’abnegazione dei giocatori, perché il Città di Messina è una squadra solida e cinica: “Subiamo pochi gol, ma soprattutto pochi tiri, merito del mister che cura molto la fase difensiva. I centrali e gli esterni fanno un gran lavoro, ma anche chi svolge la fase offensiva. Spesso ci sono partite bloccate e occorre sfruttare al massimo le chances che ti vengono concesse. Questo penso che sia un pregio”.

Il Città di Messina che ha battuto il Giarre

Nel 3-5-2 di Furnari, il classe ’99 Di Stefano occupa un ruolo importante, vista la doppia fase da ricoprire sulla fascia: “Questo modulo ha tanti pregi. Oltre ai due attaccanti ci sono i due esterni che salgono e gli altri due centrocampisti che accompagnano l’azione. Giocare a tre dietro non è facile, ci sono dei movimenti ben definiti da eseguire, soprattutto se davanti hai un attacco molto fisico. Fortunatamente lì dietro abbiamo tre over di assoluta garanzia ed a centrocampo abbiamo equilibrio. Penso che sia il modulo ideale per questa squadra”.

Partito in sordina, è diventato una pedina importante nell’undici titolare: “E’ stato un inizio di stagione positivo. In Coppa sono andato in panchina e lì ho capito che dovevo entrare nell’ottica del sacrifico per via del ruolo da svolgere. Fare l’esterno in questo caso non è semplice, bisogna fare la doppia fase arretrando e dando una mano anche al terzo di difesa, mentre quando si offende devo diventare il quarto d’attacco. C’è un gran dispendio di energie, ma credo sin qui di aver ripagato la fiducia che mi ha concesso il mister”.

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