Giovedì di incontri per risolvere l’ennesima grana stadio, dopo la bocciatura da parte della Commissione di Vigilanza. Da Palazzo Zanca filtra maggiore ottimismo. L’ACR Messina si è impegnato d’altronde a fornire entro la mattinata di venerdì la documentazione mancante, non prodotta in precedenza. La società, rappresentata dal direttore generale Giovanni Carabellò e dal responsabile delle relazioni esterne Niki Patti, si è affidata all’architetto Pasquale La Spina e all’ingegnere Giovanni Miceli.
Dopo i colloqui con i dirigenti del Dipartimento Manutenzioni, nel pomeriggio di venerdì è previsto un nuovo sopralluogo, che potrebbe rivelarsi risolutivo. L’assessore allo sport Sebastiano Pino dispensa fiducia ed anche il sindaco Renato Accorinti si è detto pronto ad intervenire in extremis, imitando magari il primo cittadino di Mugnano, se dovesse sussistere ancora qualche carenza. Dal Comune tendono però a ribadire – come già fatto in una nota stampa, che la richiesta di agibilità spetta al gestore e non all’ente proprietario. In soldoni, è la società a dover dimostrare che l’impianto è a norma, almeno per ciò che attiene alla manutenzione ordinaria.
Il problema è principalmente di natura burocratica. Lo scorso 20 giugno, a margine del sopralluogo antecedente al concerto di Tiziano Ferro, l’organo prefettizio individuò undici “paletti”. I tecnici incaricati dalla “Musica da bere” effettuarono alcuni interventi, dal collaudo dei vetri presenti a bordo campo alla manutenzione dei tornelli e dei maniglioni anti-panico, ed attestarono la loro messa a norma. La Commissione ha richiesto però ulteriori certificazioni in merito, non ritenendo più valide le precedenti, anche perché in caso di eventuali disservizi dovrà risponderne un incaricato dell’ACR e non i professionisti individuati dagli organizzatori del concerto.
A due mesi di distanza le prescrizioni sono divenute addirittura quattordici. A pesare anche l’assenza di Giovanni Ferlazzo, il professionista che si è occupato fin dal 2004, l’anno dell’inaugurazione dell’impianto, dell’agibilità del “Franco Scoglio”, e si è trasferito per un altro incarico nel Nord Italia. Ecco perché l’ACR si è adesso affidata a La Spina e Miceli.
Alla società sono stati chiesti anche interventi “manuali”. È il caso dell’inserimento di alcuni angolari anti-sdrucciolo nei gradini degli spalti, ritenuti non sufficientemente sicuri, e del collaudo della saldatura dei pali di sostegno della rete di sicurezza installati in Curva Sud, completati proprio nella giornata di mercoledì.
Richiesti infine un piano sanitario, che comprenda le vie di fuga per le ambulanze, un piano di sicurezza, con la scheda della valutazione dei rischi per i lavoratori (custodi, magazzinieri, steward), interventi di scerbatura, verifica dei blocchi bagni e dei varchi d’accesso.
Ultimo nodo il sistema antincendio. I tecnici hanno verificato il funzionamento delle manichette a cui si attaccano gli idranti, messo in dubbio dalla Commissione. Sembra sussista ancora un problema con l’impianto automatico di rilevazione fumi. Una beffa per la tifoseria giallorossa che, già stremata da un decennio da horror, è abituata ormai ad attendere soltanto una famigerata fumata bianca…