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Ferrigno: “Il fallimento del Messina mi addolora. Con Sciotto solo contatti”

Ferrigno
Ferrigno in tribuna a Catanzaro

Ha seguito le sirene del calciomercato restando in vacanza, per la prima volta da quando sui campi da calcio porta la cravatta. Ad esplorare la Serie C, ad ogni latitudine ed in ogni divisione, c’era infatti riuscito da calciatore, per circa 25 anni. E da direttore sportivo – per non essere da meno – ha aperto ed anche chiuso l’era fin troppo breve della Lega Pro, tra i due campionati vinti in serie col Messina e l’unica stagione alla Paganese, per la quale Italian Sport Awards l’ha indicato come miglior ds dell’intera categoria.

Da qualche settimana Fabrizio Ferrigno si affaccia invece negli stadi del Sud Italia osservando le mosse degli altri. Il dirigente campano, pur con alle spalle un campionato da incorniciare, è rimasto alla finestra e da lì vede “l’incredibile”, “una totale assenza di programmazione”, che commenta ai nostri microfoni tra i campionati adesso al via e gli ultimi ribaltoni consumati nelle aule della FIGC.

Pietro Sciotto
Reali i contatti tra Sciotto e Ferrigno, ma mai si è discusso di un ritorno del direttore sportivo al Messina (foto Giovanni Chillemi)

Intanto, dopo i rumors che lo volevano vicino ad un salto in Serie B, o ad un passo dall’accordo col Vicenza, per Ferrigno si è vociferato della possibilità di un clamoroso ritorno in riva allo Stretto. E’ però tutta una questione di amicizia quella che muove contatti con Pietro Sciotto, come lui stesso chiarisce: “Sento spesso il presidente. Siamo legati, ma non mi ha mai chiesto di tornare a fare il direttore sportivo della biancoscudata – afferma Ferrigno . Se ciò fosse accaduto non avrei perso tempo, tutti sanno che sarei già al lavoro. Infatti, non ho mai nascosto che per Messina ho un debole. La Serie D, sia da calciatore che da ds, l’ho fatta una volta sola e quel campionato lo abbiamo vinto tutti insieme, ma a Messina si va a lavorare in qualsiasi categoria, perché non ha davvero importanza. Ho passato lì tre anni che non dimentico – continua , e tra gioie e dispiaceri ho sempre seguito da vicino la squadra. Il fallimento mi ha addolorato, ma dal canto mio posso solo rassicurare i tifosi sul fatto che con Pietro Sciotto la città possa presto imboccare la strada della risalita. Col nuovo patron ci fermiamo infatti ad alcune telefonate e ce ne saranno ancora, ma non rientrerò in campo”.

Venuto
L’ACR di Antonio Venuto è ancora un cantiere aperto

Proprio il presidente Sciotto si muove nei meandri del calciomercato, per mantenere intatte le ambizioni da primato del nuovo ACR. Secondo Ferrigno non sarà semplice attrezzarsi al meglio, ma la strategia può essere una sola: “Antonio Venuto conosce molto bene la categoria. Ciò che gli serve adesso – spiega sono calciatori con caratteristiche funzionali al suo modo di intendere il calcio ed al modulo che vuole usare in campo. Ritengo comunque che prima di ogni altra cosa serva una chiara organizzazione in società, il primo passo per predisporsi ad un campionato prima che per cercare di vincerlo. Di tempo però ne passerà e credo che il Messina il peso di questo ritardo lo porterà sulle spalle a lungo. Ci sono squadre – commenta Ferrigno  molto più attrezzate per vincere il campionato. Leggo tra l’altro che il Messina è ancora alla ricerca di under di qualità ed adesso si fa difficile trovarli. Andrà messo in conto anche che vadano cercati calciatori che possano reggere la tensione, che sappiano giocare in casa sotto gli occhi di due o tremila persone. Non è difficile costruire una squadra a Messina, sapendo questo. L’unica strategia – precisa – è puntare su uomini di grande personalità, che assecondino la passione di due messinesi quali sono Sciotto e Venuto, che potranno fare leva su questo per il bene del nuovo club”.

Lega
La sentenza sulla Vibonese imporrà modifiche tempestive ai campionati di C e D (foto Ansa)

Di sicuro sul sentiero della Serie D i giallorossi non incontreranno uno degli ostacoli più ingombranti, quella Vibonese riammessa in terza serie con una sentenza che ha avuto l’effetto di un terremoto sul calcio di tutto il Sud Italia. Ancora una volta è il caos, a poche ore dall’inizio dei campionati: “Sta succedendo l’incredibile. Non è normale – sostiene Ferrigno – che una volta fatti i gironi con 56 squadre, avviata tutta la stagione, siano ripescate altre formazioni o ci sia un ribaltone simile a quello della sentenza Vibonese a tre giorni dall’inizio del campionato. Non c’è una programmazione, basti pensare – riflette – alla pioggia di penalizzazioni inflitte o ritirate continuamente nella scorsa stagione. E’ proprio vero che così facendo non si dà un senso alla nuova Serie C. E pensare che il presidente Gravina sta facendo del suo meglio: garantisco che sta lavorando bene nonostante abbia ereditato una soluzione disastrosa, ma lavoriamo in un mondo davvero difficile, che adesso lo è ancor di più”.

Sicula Leonzio
Ferrigno punta forte sulla nuova Leonzio di Pino Rigoli

Vibonese a parte, la Serie C è già partita. Pur con l’assenza ingiustificata del vecchio Messina, la Sicilia dispone di un buon equipaggio e potrà tornare a fare la voce grossa in terza serie: “Catania e Trapani sono lì per vincere – commenta Ferrigno – ed entrambe arriveranno in fondo alla corsa. Si giocheranno la Serie B con il Lecce, forse anche con il Cosenza, che a mio avviso si è mosso molto bene in queste settimane. Occhio però a non sottovalutare la Sicula Leonzio. Sarà la sorpresa del girone C, ne sono certo. L’ho vista giocare in più occasioni, non solo al “Massimino” in Coppa Italia e si nota già la mano di Pino Rigoli, che avrà vita felice con Arcidiacono e Bollino lì davanti a concretizzare”.

Amato Ciciretti ha celebrato l’esordio in A con la maglia del Benevento ed un gol “alla Messi”

Una vecchia conoscenza di Ferrigno e di Messina si è presentata al meglio al primo giorno di scuola. Si tratta naturalmente di Amato Ciciretti, che si è preso la scena della Serie A celebrando il l’esordio assoluto – suo e del Benevento – con un gol subito definito “alla Messi”. Proprio dalla città dello Stretto, pensa Ferrigno, è iniziata la metamorfosi del nuovo idolo degli Stregoni: “Alcuni anni fa io e Pietro Lo Monaco vedemmo una partita tra Frosinone e L’Aquila proprio per osservare Ciciretti. Giocava da esterno destro – ricorda il ds  e concordammo che sarebbe diventato un grande calciatore. Avremmo voluto prenderlo l’anno successivo, ma andò alla Pistoiese e giocò pochissimo. L’allenatore era Cristiano Lucarelli. Alla fine, nel 2015, ce l’abbiamo fatta a portarlo al Messina, anche se avevo lasciato la società (al suo posto era arrivato Danilo Pagni, ndr) con la trattativa ancora in corso. Il suo valore era chiaro. Tutti sapevamo che sarebbe stato un calciatore da Serie A se avesse collegato la testa ai piedi. Adesso sta dimostrando che è proprio così. Sono sicuro che farà vedere ancora tanto, ma solo tenendo i piedi ben piantati a terra”. 

Gianluca Grassadonia, fidato allenatore di Ferrigno oggi sulla panchina della Pro Vercelli

Altro ex giallorosso che ha spiccato il volo è mister Gianluca Grassadonia, che siede adesso sulla panchina della Pro Vercelli. In Serie B il tecnico campano ci arriva dopo ben tre stagioni al fianco di Ferrigno, che tra gli alti di Pagani ed i bassi di Messina non si è comunque sorpreso della “promozione” del suo ex allenatore: “Grassadonia ha sorpreso tanti, ma non me. Lo conoscevo fin da quando abbiamo giocato insieme ed ebbi la conferma di quale fosse il suo peso nel calcio – racconta – in una gara giocata contro nei ruoli che ricopriamo oggi, io al Milazzo e lui alla Paganese. Lo portai a Messina consapevole delle sue ottime qualità ed ha fatto benissimo lo scorso anno, offrendo un ottimo calcio ancora sulla panchina azzurrostellata. L’importante per me è stato arrivare prima degli altri. Sapevo cosa avremmo fatto e che, come è successo, avremmo raccolto i frutti migliori dopo qualche anno. Peccato che non è proseguita la nostra avventura al Messina, perché avremmo potuto fare qualcosa di grande”.

Il Milazzo ha rinunciato all’Eccellenza. Fabrizio Ferrigno cominciò nella città del Capo la carriera da direttore sportivo

Nota davvero dolente è invece la rinuncia del Milazzo al campionato di Eccellenza. Ancora una volta la città del Capo, la prima nella quale Fabrizio Ferrigno vestì i panni da ds, va incontro ad un fallimento nel disinteresse generale dell’imprenditoria cittadina: “Quando siamo stati a Milazzo abbiamo fatto vedere calcio vero, sfiorando anche la C1 nei play-off con Antonio Venuto in panchina. Ciò non bastava comunque, perché la città – commenta non teneva al calcio professionistico. C’è poco da dire, non rientrava nella sua mentalità. La città ha potenzialità enormi, si potrebbe fare tantissimo, ma la situazione è sempre stata difficile e lo ricordo nonostante sia stata quella la mia prima esperienza da direttore. Quello che è successo quest’anno – conclude – è la conferma che non è cambiato nulla. Serve gente pronta a spendere, che possa essere in prima linea ed evitare queste debacle”.

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