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Venuto: “Sarà un Messina arrabbiato. Servono uomini capaci di soffrire per la causa”

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Ha coronato il sogno atteso un’intera carriera. Antonio Venuto e il Messina, un matrimonio celebrato quest’estate dopo un lunghissimo corteggiamento. Con alle spalle l’ennesimo fallimento del calcio giallorosso, l’allenatore peloritano è oggi la maggiore certezza da cui ripartire: “Mi aspettavo prima o poi di allenare su questa panchina prestigiosa. Ci sono arrivato con qualche anno di ritardo, ma forse nel momento più opportuno. Dopo la crisi societaria, un momento devastante per il calcio messinese, adesso si riparte da zero. Bisogna ringraziare la famiglia Sciotto che ci ha consentito di ripartire dalla Serie D. Sono felicissimo che abbia scelto me per guidare la squadra della mia città. Speriamo di poter risorgere e di rilanciarci nel calcio professionistico”.

Carabellò e Venuto
Il dg Giovanni Carabellò e il tecnico Antonio Venuto

Il debutto, previsto già il 20 agosto in Coppa Italia (ad Acireale), non agevola però i piani di Venuto: “Prima o dopo bisognava cominciare. Siamo certamente in una fase di costruzione dell’organico e di ristrutturazione societaria. Bisogna fare delle scelte ben precise, dobbiamo valutare il materiale umano a disposizione e acquistare gli over che ci consentano di compiere il salto di qualità. Alla città di Messina vogliamo dare una squadra competitiva. Siamo partiti in ritardo per affrontare  questo campionato di quarta serie, la vecchia C2. Chi non farà al caso nostro andrà altrove. Abbiamo tempo fino al 19 per i tesseramenti, l’importante sarà non sbagliare”.

ACR Messina
Tanti under affidati a mister Venuto nella prima fase della preparazione (foto Nino Famà)

Serviranno “gli occhi della tigre”, un’espressione cara al neo tecnico giallorosso, per emulare quel Milazzo capace di stupire, promozione dopo promozione, arrivando sino ai playoff dell’allora Seconda Divisione: “Sarà un Messina battagliero e arrabbiato. Una città importante, che ha avuto la sua squadra in A e B, si ritrova ad affrontare fallimenti uno dietro l’altro. Se a Milazzo eravamo agguerriti, a Messina dovremo esserlo ancora di più. Occorrerà gettare il cuore oltre l’ostacolo per uscire fuori dal campionato dilettantistico. Messina è per me la città più importante della Sicilia”.

Rispetto al passato vincente in rossoblù, a Messina sarà però più complicato evitare i proclami, tanto che la proprietà si è già sbilanciata sugli obiettivi ambiziosi da centrare. “Tutti ci aspettano per battere il Messina e vivere una giornata di gloria, qui non si potrà tenere il profilo basso come a Milazzo che era una provinciale. I giocatori dovranno saper lavorare sul piano tattico, tecnico e fisico per soddisfare il palato della gente e interpretare le partite agonisticamente nel modo giusto. Oltre ad avere una grande valenza tecnica servono uomini che sappiano soffrire per la causa giallorossa”.

Antonio Venuto
Venuto dirige l’allenamento del Messina

Elementi come Porcaro, Dezai, Pezzella e Migliorini, che spiccano tra i nuovi innesti, saranno chiamati a guidare il gruppo. “Come over si tratta di ragazzi che hanno un profilo importante e permetteranno alla squadra di esprimersi su buoni livelli, ma gli under dovranno esserlo altrettanto. La partenza tardiva ci ha portato ad arrivare dopo sugli under, con la maggior parte dei migliori talenti che si sono accasati. Ora occorrerà contattare dei club professionistici di alto livello che vogliano far crescere a Messina dei ragazzi da valorizzare. Abbiamo comunque già qualche giovane importante che si sta mettendo in evidenza negli allenamenti”.

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