Al termine di una stagione leggendaria, apprezzando “la più alta espressione cestistica siciliana“, la Legabasket lo ha eletto dirigente dell’anno 2017, con ben 51 voti di scarto su altri titolati addetti ai lavori di svariate realtà italiane Lui, Giuseppe Sindoni , il direttore sportivo della Betaland Capo d’Orlando, non dimentica però da dove è partito, quando nel 2005 è entrato nell’organigramma paladino. E fedele al suo credo ed all’etica del lavoro che da sempre lo contraddistingue, promette non un semplice salto di qualità per la sua creatura bensì una crescita nemmeno paragonabile col recente passato che autorizza a sognare ulteriormente i tifosi attesi anche dallo storico esordio in Europa, sui palcoscenici della Champions League.
“Abbiamo fatto bene lo scorso anno – racconta ai nostri microfoni – e non abbiamo paura di confrontarci con nuove sfide. Sappiamo che la gloria è transitoria e personalmente non svolgo il mio lavoro per questo. Punto ad ottenere risultati concreti col mio club, messi in rapporto a valori alti slegati da fattori estemporanei che possono accadere in una stagione. Il tifoso giustamente insegue il singolo risultato, ma il dirigente ha l’obbligo di misurare la sua azione su un arco temporale più ampio anche se poi è chiaro che la legge dello sport può non concederti tutto questo tempo. L’Orlandina – afferma – si è imposta alle cronache per stabilità e crescita a trecentosessanta gradi. Per noi non finisce un anno e ne inizia un altro perché siamo parte di un processo che ormai ci vede protagonisti da nove anni”.
Concetti, quelli espressi da Sindoni, suffragati dai recenti successi di una squadra che ha allietato Capo d’Orlando ed un’intera Isola, nuovamente orgogliosa nel mostrare fiera una propria squadra capace di giocare ad armi pari contro le altre quindici sorelle d’Italia. Il ds però alza il tiro degli obiettivi e non di poco. “La parola spetta sempre alla verifica del campo ma lavoriamo certamente all costruzione dell’Orlandina più forte di sempre. Vanno in tal senso inserite le idee di roster lungo e completo in ogni settore – spiega – pronto anche a ritagliarsi il suo spazio in Europa. Nemmeno un anno fa era impensabile anche ipotizzare di poter mettere le mani sugli atleti che stiamo trattando questa estate, oggi invece duelliamo con altre realtà per firmarli. Lo scorso anno – continua – la squadra mi piaceva molto ed ha rispettato tutte le idee di pianificazione ma partiva pur sempre con una grande scommessa stravinta come Fitipaldo, due vecchie glorie di ritorno, Diener ed Archie e l’acuto di fine mercato rappresentato da Delas. Un team che ci ha fatto innamorare, ma quest’anno per la nostra idea di squadra il talento che avremo a disposizione oggi non sarà nemmeno paragonabile al passato, chiuderemo a breve le restanti trattative e sorprenderemo tutti con un’altra grande operazione in entrata”.
Ad inizio anno diversi addetti ai lavori avevano indicato come sedicesima potenza del ranking proprio l’Orlandina. Storia ormai archiviata: il campo ha detto tutt’altro, con una Betaland superlativa invitata al ballo di fine anno. Economicamente si sa che in Sicilia bisogna saper coesistere con un budget non principesco e dare consistenza alle idee e Sindoni è contento di risultati che gli danno ragione.
“Noi e Pistoia eravamo certamente le squadre con meno talento in A, poi con le nostre gesta si è capito che il talento non è l’unica cosa che conta anche se è un elemento spesso determinante. Nella squadra attuale – commenta – credo che questa voce stia aumentando a dismisura. Il giovane Kulboka, ad esempio, è un prospetto dalle qualità tecniche straordinarie che farà innamorare il pubblico. Certo, può avere qualche pausa tipica della sua età ma avrà picchi di basket di altissimo livello, un piacere averlo con noi. Edwards è un super atleta che già in Europa ha mostrato il suo potenziale che in Sicilia sboccerà ulteriormente. Sono sicuro che si integrerà alla perfezione con Talton, lui che è un vero playmaker che fa giocare la squadra prima di se stesso e rappresenta per noi un ritorno alle origini con una cabina di regia che cambierà idee culturali rispetto agli ultimi anni. Ha già giocato in Europa ed arriva in Italia all’età giusta consapevole che il campionato del Bel Paese per lui rappresenta una possibilità di arricchimento a livello di carriera. In ogni caso – precisa – gli chiederemo quello che abbiamo chiesto ad Ivanovic e Fitipaldo e so che lui risponderà presente. A breve chiuderemo le operazioni con i due lunghi titolari che avranno un peso specifico notevole nel nostro gioco, non resteremo delusi mentre alle loro spalle agiranno Wojciechowski e Donda o un altro giovane. A chi mi chiede il perché di un così profondo rinnovamento – prosegue Sindoni –ribadisco che come società non ci siamo mossi per nessun rinnovo con vecchi giocatori eccetto per i già contrattualizzati Ihring e Stojanovic, perché quest’anno la filosofia di squadra è mutata per via del doppio impegno europeo che ci costringerà ad un numero di partite superiore al passato”.
Quanto al capitolo Europa, è un sogno nel cassetto per ogni bambino che a fine settembre diventerà finalmente realtà. “Sì, è davvero un sogno, ma dovremo subito calarci con la giusta motivazione. Potenzialmente affronteremo o i montenegrini del Mornar Bar o i russi del Saratov, due squadre che lo scorso anno hanno disputato la regular season e che stanno ben disimpegnandosi sul mercato. Di certo il 2 ottobre – dice – sarà una data storica per tutto il movimento sportivo siciliano e non, un crocevia di crescita del team. Anche in caso di sconfitta prenderemo parte alla FIBA Europe Cup, ma prima pensiamo al Qualifing Round che speriamo sia solo un antipasto di stagione regolare. Sono certo che tra due mesi il PalaFantozzi sarà stracolmo e festante”.
E sarà un anno di non ritorno anche per l’impiantistica sportiva. La struttura di piazza Bontempo andrà giocoforza rinnovata o addirittura sostituita da altra arena per ovviare alle nuove disposizioni per il campionato 2018. “La società è molto attenta in tal senso – afferma -. La politica farà la sua parte ma preferisco non parlare delle ragioni di opportunità e della tempistica con le quali la Federazione ha assunto la decisione di aumentare la capienza minima a 5000 posti”.
Si rinnova poi lo staff tecnico di coach Gennaro Di Carlo, tecnico che ha costruito le recenti pagine di successi della Betaland. Da quando è arrivato le ambizioni sono svoltate e il coach campano porta avanti il nuovo corso biancoazzurro a tinte europee. Alle sue spalle un’equipe con nomi di primissima fascia.
“Riconfermarsi non è mai facile per nessuno. Il budget piccolo – spiega Sindoni – in questi casi va tenuto in considerazione nelle scelte gestionali. Di Carlo è il nostro leader che sposa perfettamente l’idea societaria di valorizzazione dei giovani. Tutti parlano di giovani perché si sa che i loro miglioramenti sono quelli dell’intera società. Se un giovane diventa spendibile sul mercato ed attira l’interesse di altre realtà è ovvio che per la società di appartenenza da quel ragazzo può provare ad ottenere una plusvalenza ed incidere a dovere sullo stesso budget. Puntiamo su questo da anni – continua – siamo i primi a farlo a livelli così alti per cui aver inserito nello staff un Player Development come Kim Hughes è naturale conseguenza. Il fatto che abbia 17 anni di esperienza nel magico mondo NBA poi ci inorgoglisce. Sottolineo anche la presenza di Nicola Brienza, stimato professionista”.
Chiusura con una panoramica sul lavoro giornaliero che riempie le giornate di Peppe Sindoni, anche lui a livello personale come la sua squadra sarà chiamato a difendere i successi conseguiti lo scorso anno. “Scovare i talenti è solo una parte minima del lavoro che faccio, oggi con Internet ed altri mezzi vedere partite di tutto il globo è impresa più facile per tutti. Non basta solo tracciare un identikit di un giocatore – dice – poi devi prendere una scelta per il bene della tua società. Quel profilo lo devi scritturare e vedere se può coesistere con le idee del coach e la filosofia di gioco. Io inoltre per tutta la durata della stagione sono chiamato ad osservare le dinamiche dei giocatori e vedere le evoluzioni del mercato. Vedo nuovo dinamismo in serie A e non sono preoccupato dal fatto che è salita una squadra con tanto blasone e forza economica come la Virtus Bologna o altri team che hanno a disposizione maggiori capitali dei nostri. Invece vorrei sempre più squadre forti economicamente perché a quel punto oltre al duello della borsa conta la forza delle idee che spesso in passato ci ha visto primeggiare. Siamo tra le poche realtà in Italia che si spingono a stipulare contratti pluriennali – afferma – per cui possiamo solo trarre giovamento da una nostra buona stagione. Se i ragazzi andranno bene in campo allora avremo il diritto di ottenere ad esempio per Stojanovic la migliore collocazione possibile e solo a determinati requisiti economici. Più aumentano le squadre big più ribadisco che l’idea di fare basket a Capo d’Orlando ha un senso ed assume valore”.