L’imprenditore dell’automotive Pietro Sciotto ha presentato, con circa trenta minuti di anticipo rispetto alla scadenza delle ore 12, la sua manifestazione d’interesse per il calcio messinese. Dovrebbe essere il primo vero atto della sua presidenza, dal momento che non sembrano più esserci contendenti nella scalata al titolo di serie D richiesto dall’Amministrazione Comunale alla Lega.
Nelle ultime ore, il titolare di svariate concessionarie automobilistiche della provincia ha lavorato alla definizione degli incartamenti richiesti da Palazzo Zanca, confrontandosi con il suo commercialista Giovanni Giliberto, il consulente Pasquale Squadrito e il fratello Matteo, che è anche sindaco di Gualtieri Sicaminò, il centro che ha dato i natali alla famiglia che si appresta a guidare la nuova società cittadina.
Sciotto ha fin qui mantenuto il riserbo sul resto della squadra che lo affiancherà e, al di là delle inevitabili indiscrezioni, che a Messina non mancano mai in queste occasioni, non avrebbe ancora puntato con decisione sull’aspetto tecnico-sportivo, che diventerà la priorità subito dopo l’investitura ufficiale da parte delle Istituzioni e il formale accoglimento della sua proposta da parte della Commissione di Valutazione nominata dal Comune.
I requisiti richiesti sono d’altronde piuttosto stringenti, anche per garantire un minimo di prospettiva al pallone giallorosso, sgonfiato nell’ultimo decennio da una serie infinita di gestioni poco lungimiranti. L’imprenditore del ramo automobilistico, che vanta già esperienze nel calcio dilettantistico, a Milazzo da dirigente, con Falcone, Saponarese e Gualtierese da allenatore, nella giornata di domenica ha avuto anche alcuni colloqui finalizzati al reperimento di possibili soci, che potrebbero rilevare una quota di minoranza del club. Del suo entourage dovrebbe entrare a far parte anche il dirigente Giovanni Carabellò.
Ha sciolto, negativamente, ogni riserva su un suo possibile impegno l’industriale del caffè Francesco Barbera, che non è riuscito invece a reperire sul mercato (ed era impresa ardua in pochi giorni) eventuali sparring partner, che potessero affiancarlo in un’avventura che si annuncia onerosa ed impegnativa e per la quale riteneva necessaria una base economica adeguata, storicamente mancata al nuovo corso dell’ACR.
La sua discesa in campo era vincolata infatti alla ricerca di soci in grado di rilevare delle quote paritarie: un progetto simile a quello già prospettato nel corso delle gestioni di Stracuzzi e Proto, che mal si sposava con il termine stringente imposto dal Comune e dalla Lega Nazionale Dilettanti, che giovedì 27 luglio attende la formale richiesta di adesione in sovrannumero al girone I della prossima serie D, la cui composizione sarà poi ufficializzata martedì 1 agosto.