Alle ore 16:04 l’entourage dell’imprenditore messinese Francesco Barbera ha indirizzato una nota all’Amministrazione Comunale, per confermare il suo impegno volto all’eventuale partecipazione di un “nuovo” Messina al prossimo torneo di serie D. A comunicarlo il consulente legale Bonaventura Candido, che ha messo nero su bianco quanto era stato anticipato al primo cittadino Renato Accorinti e all’assessore allo sport Sebastiano Pino, nel corso del colloquio tra le parti tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Zanca. C’è però una “conditio sine qua non” abbastanza significativa.
Dall’industriale del caffè non è ancora arrivata infatti una vera e propria manifestazione d’interesse. “Abbiamo trasmesso via pec una nota per dare seguito al nostro programma e presentarlo formalmente. È stato già individuato un notaio di fiducia, predisposto l’assegno circolare da 200mila euro (che servono per l’iscrizione, ndc), l’organigramma societario e il business plan. Se si faranno avanti altri quattro imprenditori, presenteremo il tutto. Siamo pronti ma per il momento non molliamo gli ormeggi”, aggiunge il legale messinese.
Filtrano pochi dettagli sulla composizione della mini-cordata messa in piedi da Barbera, affiancato dal direttore generale in pectore Giovanni Carabellò e dal consulente amministrativo Antonio Morgante. “Barbera ha stilato un programma triennale, molto ambizioso. Non vuole però restare spiazzato dopo sei mesi, come è accaduto alle proprietà che lo hanno preceduto. Presenterà quindi la sua manifestazione d’interesse per il calcio cittadino se riuscirà a coprire altre quattro quote, rispetto alle sei che si era prefissato di raggiungere”.
Non viene svelato ufficialmente l’identikit del suo principale compagno di avventura: “Non è un imprenditore noto alle grandi cronache, ma è un appassionato di calcio, credo comunque alla prima esperienza nello sport cittadino. Ci sono tante persone che si fanno sentire, ma servono solvibilità e serietà. Altrimenti non accoglieremo nessuno a bordo”.
Confermate almeno le indiscrezioni su un soggetto del Sud Italia interessato al “nuovo” Messina: “Se il progetto andrà a regime – ammette Candido – potrebbe intervenire al fianco di Barbera anche un imprenditore originario di Caserta”. La strada appare però in salita, se gli appelli dell’industriale del caffè resteranno inascoltati come quelli di Proto. Se non altro, rispetto alle scorse settimane, non c’è più la spada di Damocle rappresentata dal pesantissimo passivo che ha ucciso – insieme all’indifferenza della città – un ACR Messina già agonizzante.