Era destinato a durare un solo anno il ritorno al passato del Città di Sant’Agata, ospitato dal “Biagio Fresina” per le gare interne nello scorso campionato di Eccellenza. Il sodalizio tirrenico è adesso “costretto ad emigrare”, come afferma il presidente Bernardo Paratore in una lunga dichiarazione filmata e diffusa dal proprio ufficio stampa.
L’undici santagatese – è la decisione del suo presidente, che non ammette alcuna replica – affronterà infatti le gare interne su un altro campo di gioco, constatando l’impossibilità di proseguire la propria attività in una struttura del tutto priva di manutenzione e su un terreno di gioco con un manto in terra battuta che peggiora a vista d’occhio, dopo la fine della stagione sportiva appena conclusa.
Bernardo Paratore, col proprio intervento, passa poi a scagliare delle dure accuse all’amministrazione comunale del sindaco Carmelo Sottile, che attesi una serie di incontri con la società non ha trovato delle soluzioni congrue e non sarebbe andata incontro alle necessità della prima realtà sportiva della città. Vista l’impossibilità di garantire una corretta manutenzione, oltre che quella di accendere un mutuo che rendesse operativo il progetto relativo all’installazione di un manto in erba sintetica, il Città di Sant’Agata ha allora ringraziato e salutato.
E reso pubblico lo stato dei fatti, con l’abbandono al “Fresina” già deciso da parte della società, comincia l’iter che porterà la formazione santagatese su un altro campo di gioco. Soluzione più probabile resta il “Ciccino Micale” di Capo d’Orlando, in cui il Sant’Agata giocò nella stagione 2015/16, prima che le pretesuose prese di posizione del gruppo organizzato KAOS 96 – legate alla rivalità tra le due città – spingessero la società a guardare altrove. Oggi, dopo la rottura tra la società ed il tifo organizzato, certificata da alcuni fatti occorsi nel finale di stagione e certificata dalle dichiarazioni di alcuni calciatori, la rotta verso la città paladina è davvero la più facile da battere, ben più di quelle che portano a Brolo, Rocca di Caprileone o Gliaca di Piraino.