Speranza, trepidazione, fiducia, sconforto. La tifoseria giallorossa attende con sentimenti contrastanti l’evolversi della crisi societaria del Messina, non ancora definitivamente superata nonostante gli sforzi del presidente Franco Proto. L’inizio di luglio è stato caratterizzato dal silenzio mediatico della proprietà, che già a fine giugno avrebbe forse dovuto lanciare con ulteriore enfasi l’allarme sulla gravità dei problemi ereditati dalle pregresse gestioni.
La domanda di iscrizione al prossimo torneo di C, presentata nei termini, è purtroppo incompleta. Trasmessi a Firenze gli incartamenti richiesti, unitamente alla tassa d’iscrizione, una delle tante impellenze di natura economica imposte ai club di terza serie. Il segretario Antonino Minutoli aveva d’altronde preparato in anticipo tutta la documentazione, i censimenti e i permessi di natura burocratica. È stato l’ultimo atto della sua quinquennale esperienza, dal momento che già in queste ore diviene operativo il suo trasferimento al Catania, dove cresce la colonia di ex messinesi.
Al pari di Alessandro Raffa, nuovo segretario generale dell’ambiziosa Leonzio, Minutoli è stato per anni un punto di riferimento e ha contribuito a tenere a galla una barca che ha sempre navigato in acque tempestose, con fondi e mezzi ridotti a dispetto del blasone della piazza. Ai protagonisti che si sono prodigati dietro le scrivanie, lontano dai riflettori, e hanno ora intrapreso altre strade professionali, va quindi un doveroso ringraziamento.
Per l’ACR il prossimo grande scoglio è rappresentato dalla fideiussione, a garanzia dei futuri impegni che saranno rappresentati da stipendi e contributi, che dal prossimo torneo vedranno sanzioni raddoppiate per gli inadempienti. Dopo la querelle dell’ultima stagione, originata da una clamorosa svista commessa a livello federale, sono stati adottati parametri ancora più stringenti. Per evitare nuovi casi “Gable” (la compagnia fallita a torneo in corso), che hanno costretto club come il Messina a presentare una nuova garanzia assicurativa in sostituzione della precedente ormai decaduta, è stato triplicato il premio di brokeraggio richiesto, pari adesso a 40mila euro. Una modifica che ha portato ad un differimento al 5 luglio del termine inizialmente previsto per il 30 giugno.
Proto e i suoi collaboratori sono al lavoro per consentire al club di riprendere una rotta parzialmente smarrita. Chi è oggi al timone corteggiava l’ACR già da più di un anno: risale infatti al maggio 2016 la prima offerta presentata dall’ex presidente dell’Atletico Catania alla precedente proprietà. Eppure il massimo dirigente è stato evidentemente sorpreso dalla portata del passivo di un club che non ha mai avuto pace fin dalla costituzione, accumulando dal 2009 ad oggi soltanto pendenze, continui cambi di proprietà e crescente disaffezione da parte del pubblico, allontanato anche da alcuni presunti casi di calcioscommesse, che per la verità dopo il grande eco mediatico non hanno portato a condanne di natura sportiva o penale.
L’inizio del quinto mese della nuova gestione, dopo la salvezza strappata sul campo e le confortanti risposte arrivate dalla campagna abbonamenti, vede un bilancio negativo sul fronte delle risposte di natura imprenditoriale, dal momento che non si sono concretizzati gli accordi di sponsorizzazione più volte annunciati. Per non vanificare il lodevole progetto di riqualificazione e riapertura del “Celeste”, che comunque richiederà settimane di discussioni ed analisi con Comune ed organi di vigilanza prima del via libera alla concessione pluriennale dell’impianto, la società è chiamata quindi ad onorare con le proprie forze il gravoso impegno economico.
Anche per non vanificare il miracolo compiuto dai calciatori, che si sono peraltro dichiarati pronti a rinunciare a parte degli emolumenti maturati, a conferma di un grande attaccamento alla piazza ed alla causa. Superate le successive tappe dell’11 e del 14 luglio, si potrà iniziare a pianificare pur in ritardo la stagione agonistica, che sarà peraltro condizionata da una penalizzazione. “Se il destino è contro di noi peggio per lui”, recita uno degli striscioni più azzeccati degli ultimi, tormentati, anni. Neppure le ultime vicissitudini intaccano quindi lo spirito di chi si è abbonato nonostante tutto, a scatola chiusa.