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Betaland, Sindoni: “I nostri investimenti vicini ai 2 milioni. La Champions potrebbe farci crescere”

Peppe Sindoni è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PrimaRete Caserta. Tanti gli spunti d’interesse sulla stagione appena trascorsa ed in vista di quella futura.

Avete fatto un vero e proprio miracolo quest’anno a Capo d’Orlando.
“È stata una stagione bella che ci lascia un bel sapore in bocca e tanti spunti interessanti dai quali ripartire”.

I momenti chiave della stagione Orlandina?
“Sono 3: il primo è stato la vittoria alla sesta giornata a Brescia con una rotazione a 6, con 4 giocatori infortunati (Berzins, Perl, Nicevic e Diener). Lì ho capito che avevo a che fare con una squadra di uomini veri, oltre che una buona squadra di pallacanestro. Ho capito che c’erano delle qualità morali sopra la media e questo è inevitabile per avere una stagione di successo. Il secondo è stato la vittoria casalinga contro Brindisi che ha blindato le Final Eight , ancora freschi dello “scippo” di Fitipaldo, perché in quelle situazioni non hai molta scelta. E’ stata una vittoria centrata con grande spirito di sacrificio, giocando anche una buona pallacanestro e lì abbiamo capito che non solo Fitipaldo era un giocatore straordinario, ma che la squadra aveva delle qualità importanti. Il terzo è fin troppo facile, quello che io considero il capolavoro della nostra stagione: la vittoria in gara 1 a Milano che ha rappresentato per tutti noi un momento storico che custodiremo all’interno delle nostre memorie per tanto tempo”.

Betaland Capo d'Orlando - Olimpia Milano
La grinta di coach Di Carlo, uno dei segreti dei successi della Betaland – Foto R. Fazio-A.Denaro

La vittoria in gara 1 a Milano è stata la prima vittoria nei playoff di una siciliana. “È stato un bel traguardo per la pallacanestro siciliana, speriamo che questa terra e questa gente possa identificarsi sempre di più con quello che sta facendo questo club”.

Questa strepitosa stagione è stata ottenuta nonostante i tanti infortuni. “È stata una stagione travagliatissima da questo punto di vista, abbiamo avuto 5 interventi chirurgici: 2 crociati, 2 menischi e 1 tendine d’Achille. Non ci è mancato niente! Da un lato aumenta il rimorso di quello che poteva essere in positivo, perché per una buonissima parte del campionato siamo stati lì a lottare tra le prime 5, ma credo che nell’arco di una stagione i guai fisici vadano messi in conto, però a volte dietro delle sfortune possono nascondersi delle opportunità, basti pensare che, dopo l’infortunio di Nicevic alla prima giornata, è esploso Iannuzzi che è stato poi bravissimo a ritagliarsi lo spazio e le attenzioni di club anche più importanti (Avellino?, ndc)“.

La costruzione del roster è partita da un’idea di gioco sviluppata in estate da staff e dirigenza dalla quale è poi scaturita la scelta dei giocatori. “Ritengo che uno dei grossi meriti della nostra positiva stagione è stato Gennaro Di Carlo, che è stato molto bravo a gestire e ad allenare la squadra, ma soprattutto ad avere un’idea di pallacanestro molto chiara già dalla scorsa estate e ad aiutarmi rendendo il mio lavoro ancora più semplice nella scelta dei giocatori più adatti per questo sistema. Poi è stato abbastanza semplice sostituire un potenziale MVP del campionato come Fitipaldo, perché alla fine non abbiamo fatto valutazioni strane, particolari, difficili. Ci trovavamo a sostituire un giocatore con caratteristiche chiare, ovvero spiccato tiro da 3 e regia illuminata e abbiamo cercato un giocatore capace di essere un playmaker vero con tiro da 3 punti e abbiamo preso Nikola Ivanovic senza esitare e senza basarci tanto sulle statistiche che il giocatore aveva quest’anno o l’anno passato. Quando hai un confronto del genere con il tuo allenatore, tutto diventa molto più semplice”.

La favola Capo d’Orlando di quest’anno la si può definire un “case history” nell’uso della “piramide rovesciata”: sistema di gioco­-budget­ giocatori vs budget­ giocatori-­sistema di gioco.

Betaland Capo d'Orlando - Olimpia Milano
Iannuzzi, uomo mercato della Betalnad (foto Fazio-Denaro)

“Ogni club ha la sua filosofia e le sue dinamiche aziendali, ci sono club che non le hanno neanche, ma non per parlare male, ma perché non ho neanche il tempo di pensarci. In questa società tutto è molto semplice, io sono il DS, ma rappresento anche la proprietà. Questo dà a me e Capo D’Orlando un vantaggio importantissimo, perché io non sono il semplice professionista ingaggiato con contratto di un anno al 20 giugno: in questo caso, il mio modo d’agire sarebbe diverso. Credo che sinora questo genere di atteggiamento in fase di costruzione stia funzionando, perché quando hai poche risorse come Capo D’Orlando devi farti venire qualche idea. Oggi in un contesto in cui tanti costruiscono le squadre basandosi sul nome, noi dobbiamo necessariamente fare in un altro modo, perché se noi giochiamo a fare la Torino sul mercato è normale che perdiamo perché Torino ha il triplo delle nostre risorse. E’ bello perché oggi sta funzionando, però è anche una strada più o meno obbligata”.

Altra scelta fondamentale per mantenere questa idea è la scelta di giocatori europei.
“Un aspetto altrettanto fondamentale è che se tu hai un’idea e poi vai ad inserire giocatori che rientrano in questa idea, è più facile che giochino bene. Le partite le vinci solo se i giocatori sono messi nelle condizioni di poter fare bene ed esprimere il loro talento. A me piace tantissimo la squadra che abbiamo costruito quest’anno, vivere i momenti con loro. Oggi non si trova una persona a Capo D’Orlando che non sia entusiasta della qualità delle persone (intese come giocatori nds). Questo non vuol dire necessariamente firmare solo giocatori europei. Magari in futuro potremmo elevare il numero di americani o avere qualche italiano in più a roster, credo che questo possa cambiare di anno in anno, ma il precedente che abbiamo costruito qui ci spinge a continuare su questa strada”.

Archie è nel mirino di Varese come Iannuzzi interessa ad Avellino: ora Capo d’Orlando deve preparare la stagione dei “saccheggi” con Milano che, per vincere qualcosa, potrebbe affidarsi al DS paladino.

Orlandina-Reggio Emilia
Azione offensiva di Stojanovi, il serbo vanta un contratto pluriennale con la Betaland- foto R. Fazio

“Questo onestamente non lo so, non credo succederà in tempi brevi… Sicuramente stiamo già ripartendo, abbiamo una base più che discreta con i contratti di Laquintana, Stojanovic, un ragazzo interessante come Ihring che l’anno prossimo avrà tanto spazio, rientra Nikolic dal prestito a Napoli, anche se dobbiamo valutare se testarlo in A2 o tenerlo nel roster, abbiamo un’opzione su Berzins. Abbiamo chance di tenere altri giocatori, Diener e Delas sono i nomi caldi per possibili rinnovi, leggo di Archie e Iannuzzi, ma poi parlo anche con loro e non scommetterei tanto su un loro futuro lontano da qui. Anche qui la Coppa sarà un crocevia importante, al momento non abbiamo diritto a giocare una coppa, l’ultimo posto spetterebbe a Pistoia, stiamo a vedere, valutiamo la possibilità di giocare una coppa che comporterebbe un roster un po’ più profondo e più giovane vista la posizione geografica di Capo D’Orlando che ci rende ogni trasferta abbastanza complicata. Credo che la Coppa, nello specifico giocare i preliminari di Champions League, possa essere una buona occasione per il club qualora ci fossero i presupposti giusti”.

Questione palazzetto?
“Credo che ci saranno novità a breve quest’estate, non mi occupo in prima persona di queste cose, ma so che ci si sta muovendo tanto. La serie con Milano ci ha aiutato ad avere grande esposizione mediatica e grande interesse da parte delle istituzioni. Per la prima volta dopo 14 anni, la Sicilia non avrà una squadra di calcio in Serie A l’anno prossimo. Mi spiace per il Palermo, ma sono contento che l’attenzione possa essere un po’ attirata dalla problematica dell’impianto, che si può trasformare anch’essa in una opportunità”.

Quanto costa una squadra in Lega A fatta per salvarsi?

Fitipaldo
Fitipaldo tra le rivelazioni del massimo campionato poi approdato al Galatasaray

“Noi e Pistoia siamo in campo le due squadre con il budget più basso del campionato, chiaramente poi un budget è composto da mille altre voci che sono completamente da realtà e realtà, come i costi di gestione. Il nostro budget è di poco inferiore ai 2 milioni di euro omnicomprensivo. Ci sono altre realtà che non sono molto distanti da questa cifra. E’ chiaro che tutto poi va contestualizzato con la propria realtà territoriale, ad esempio la gestione del Forum di Milano costa quanto tutto il budget nostro di quest’anno, anche più di Alessandro Gentile. Credo che ci si possa salvare con un budget di 900mila euro lordi (monte ingaggi roster). Credo che la società che ha iniziato un percorso rivoluzionario da questo punto di vista sia stata Pesaro quando si è salvata all’ultima giornata a discapito di Montegranaro (il coach era Sandro Dell’Agnello). Noi eravamo in A2 e li osservavo con grande interesse, perché veramente per la prima volta abbassò i livelli economici di composizione del roster in maniera drastica e centrò la salvezza. Da lì secondo me molte squadre hanno preso spunto per portare qualche giocatore europeo da campionati sconosciuti e rookie di livello che per i primi anni possono guadagnare poco”.

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