Cristiano Lucarelli può celebrare la “sua” salvezza: “Abbiamo sofferto fino alla fine, fino al 95esimo, ma ce l’abbiamo fatta. È stata la salvezza di tutti, di chi ha iniziato prima e di chi è subentrato, della squadra, della società e dei tifosi, che ci hanno sostenuto sempre ed accompagnato ovunque, in ogni trasferta. Ci salviamo a petto in fuori, con le nostre forze, senza fare calcoli. Non è quello che meritano ma per come si era messa la stagione è una grandissima impresa. È stata una cavalcata, abbiamo vinto partite impensabili”.
Il Messina non ha così dovuto attendere i risultati degli altri campi: “Volevamo dare un segnale forte: è cambiato il vento rispetto a retaggi passati di cui si è parlato tanto e chiacchiericci che hanno ferito anche i tifosi. Anche oggi ho visto dei leoni, anche se abbiamo offerto una grandissima prova dal punto di vista tecnico. Non ci interessava la classifica avulsa e differenza alta. Dopo il Melfi ci è cascato il mondo addosso, ci siamo rialzati e abbiamo conquistato sette punti in tre partite”.
Il tecnico livornese, ai microfoni di Radio Amore, ha ripercorso una gestione travagliata: “Abbiamo fatto la doccia senza acqua calda, siamo andati in trasferta senza soldi. Prima del derby con la Reggina non trovavamo neppure un fisioterapista disponibile. La settimana più difficile è stata quella che ha preceduto la Juve Stabia, tra allenamenti saltati, finti malati che volevano scappare altrove, procuratori che chiamavano a ripetizione, società che scorrettamente hanno usato ogni mezzo per portare via tanti giocatori. Del 31 gennaio meglio non parlarne più”.
Per l’ex capocannoniere della serie A il traguardo ha una valenza doppia: “Sono un aspirante allenatore, che deve ancora dimostrare tutto. Tanti altri avrebbero mollato, ma io non volevo lasciare la barca in balia delle onde. Con i miei collaboratori ne abbiamo passate tanti, prendendo soltanto due stipendi. La possibilità di allenare il Messina veniva prima. È una salvezza desiderata ardentemente, l’impresa più difficile della mia carriera. I ragazzi hanno dimostrato di avere gli attributi. Avevamo una grande responsabilità in una piazza così”.
Sull’eventuale permanenza in riva allo Stretto, Lucarelli però non si sbilancia: “Senza la salvezza sul campo avrebbero portato i libri contabili in tribunale. Il mio futuro andrà discusso, ma a bocce ferme. Siamo tutti molto felici, ci lasceremmo andare ad esternazioni euforiche. Stacchiamo per una settimana, dopo il ritiro spirituale che ci siamo imposti prima delle gare decisive per la salvezza… Se la società lo riterrà opportuno ci siederemo ad un tavolo, per capire le esigenze reciproche”.
Determinanti saranno gli obiettivi che si imporrà la società: “Dopo una stagione del genere bisogna alzare l’asticella. Quando conosceremo budget ed obiettivi potremo discutere. Se la città si avvicinerà e darà una mano, non avrò grandi motivi per rifiutare una proposta della società. Sicuramente non ho ancora parlato con nessun’altra squadra, a differenza di quanto è stato scritto. Con Proto non ci siamo scelti, ma ci siamo trovati. Si è creato subito feeling, è il presidente ideale per fare calcio e non mi ha mai chiesto nulla sulla formazione. Il ds Pitino si è comportato allo stesso modo. Mi ha preso a braccetto e ieri abbiamo chiesto con energia concentrazione, rivoltando uno spogliatoio che ci era apparso svogliato”.