Il 3-4 con il Melfi è un colpo duro per il Messina che era a caccia dei punti utili ad avvicinarsi alla salvezza. Il tecnico giallorosso Cristiano Lucarelli attacca nel post-partita: “Il Messina è questo e per me che predico umiltà dal primo giorno è un risultato che ci può stare. Il Melfi non è di troppo inferiore a noi come valori tecnici, dato che ci ha fatto tre gol all’andata e quattro al ritorno. Anzi, se possiamo vantare otto punti di margine su di loro vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di importante. Lo dico da persona umile, invece si scrive negli articoli che non si può nemmeno esultare se si vince ad Andria. Con la presunzione è difficile fare risultati. Dico già da ora che se dovessimo fare playout li faremo, cercando di trarre il massimo delle energie. Sono l’allenatore giusto qui se c’è umiltà come quando si mangiava merda, invece vedo alcuni con la puzza sotto al naso. In questa situazione, quindi, posso far fatica”.
A complicare oltremodo i piani di Lucarelli sono state le tante assenze, da Anastasi a De Vito, fino agli acciacchi di Rea e Mancini ed all’infortunio di Palumbo nel corso del match. “Quando dico che temo determinate squadre e certe situazioni lo affermo perché ne sono convinto, non per far teatro o cinema. Io vivo con questa squadra da due mesi a questa parte, ne conosco pregi e difetti. Bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di tirarci fuori. De Vena? E’ un giocatore fortissimo, sprecato per la categoria e oggi lo ha dimostrato. Perché non ho messo Ciccone? Non avrei saputo chi schierare come quarto di difesa, i giocatori a disposizione erano questi e qualcuno era in panchina solo per presenza. Temevo il Melfi, la squadra che fa più ripartenze e volevo fare una partita accorta”.
Come riparte adesso il Messina? “Si riparte come abbiamo sempre fatto, l’umiltà premia sempre e disprezzare un pareggio come quello di Fondi significa aver perso la bussola. Siamo il Messina, ma un Messina influenzato fino alla fine del campionato”.