Nell’intervista doppia con Mimmo Cecere, per la seconda puntata di “Giallorossi a confronto”, Sasà Marra ha parlato della sua carriera da calciatore e della sua seconda vita da allenatore. “A causa degli infortuni ho smesso a 32 anni, decidendo già di fare l’allenatore. Un bravo tecnico deve saper sopportare le pressioni, essere bravo a entrare nella testa dei giocatori e aggiornarsi sempre”.
A Messina vinse il campionato nel 2000-01, con la finale playoff nella quale i giallorossi batterono il Catania. “Ne ho vinti sette di campionati ed ognuno di essi ha una storia particolare. A Messina viene ricordata l’annata ma non il finale, purtroppo, per quello che accadde a Tonino Currò”.
Tante le persone indimenticabili conosciute in quegli anni densi di soddisfazioni: “Messina mi ha trasmesso una mentalità importante, qui sono arrivato giovanissimo, crescendo come calciatore e come uomo. Avrei intitolato lo stadio San Filippo a Emanuele Aliotta, la passione che metteva andava oltre i sacrifici che ha fatto. Nicola Salerno e Ciccio La Rosa erano come Totò e Peppino e Franco e Ciccio, si sposavano perfettamente. Uno diceva bianco e l’altro nero, ma alla fine trovavano sempre la soluzione giusta. Buonocore? Per Enrico non riesco a trovare aggettivi. Come giocatore era fenomenale, in campo diventava insopportabile, ma fuori si faceva volere bene da tutti. Torino o Godeas? Entrambi importanti. In C2 Vittorio fece tantissimi gol, ma come spesso accade nel calcio il capocannoniere non vince il campionato. Godeas è stato decisivo per la scalata in Serie B”.
Quale la partita da rigiocare? “Mi manca il calcio giocato e la partita che vorrei sempre giocare è quella con il Napoli. L’ho affrontato sia con il Messina che con la Juve Stabia, certe gare non le vivi solo in quei 90 minuti”.
Marra, oltre che a Messina, è un simbolo anche per gli avellinesi, per effetto del gol promozione siglato con la maglia degli irpini, a Crotone, nel 2003: “E’ un’emozione alla quale in quel momento si dà poco peso, ma poi passano gli anni e ti accorgi che ad Avellino lo ricordano con piacere e mi invitano spesso in trasmissioni televisive. Ciò testimonia l’importanza di quel gol”.