“Una storia semplice” è sbarcato anche a Messina, dopo il debutto a Patti. La vita di Annarita Sidoti, lo scricciolo d’oro della marcia italiana, campionessa europea e mondiale, raccontata in docu-film con le testimonianze di familiari, amici, ex compagne e allenatori. Dagli inizi, nella sua Gioiosa Marea, agli allenamenti ed ai successi più belli, passando per la maternità, fino alla malattia che l’ha portata via nel 2015 dopo averla vista combattere per sette lunghissimi anni con la stessa tenacia che evidenziava nelle gare.
In occasione della proiezione di martedì sera al cinema Lux (giovedì 30 il “bis” al cinema Iris), il regista Giuseppe Garau ha spiegato com’è nata l’idea: “E’ avvenuto tutto a Macerata. Per noi è stata una cosa naturale, non scientifica. Con Goffredo D’Onofrio ci siamo innamorati di questa storia. Annarita Sidoti è conosciuta ovunque per quello che ha fatto, ma forse doveva esserlo ancora di più, non essendo stato il suo uno sport come il calcio che occupa sempre le prime pagine. Rappresenta un esempio incredibile, una fonte di ispirazione pazzesca e si è rivelata una scoperta continua attraverso le interviste che abbiamo realizzato. Speriamo di essere riusciti a trasmettere il suo messaggio, perché con gli strumenti a nostra disposizione ci siamo messi al servizio di questa storia”.
L’omaggio di Pietro Strino, marito di Annarita, è diretto agli ideatori: “Sono stato sempre presente in questo tour siciliano e devo dire che il docu-film è proprio bello. Quando nacque l’idea a Macerata ho pensato che mi avrebbe fatto piacere rivivere con esso la vita di Annarita. C’è il giusto mix e “Una storia semplice” diventa un messaggio potentissimo in quanto a caparbietà ed a voglia di riuscire, valori da trasmettere alle nuove generazioni. E’ dunque molto importante che sia stato proiettato anche per i ragazzi delle scuole. Annarita è rimasta ancora con noi”.
Accanto ad Annarita, durante il suo percorso, c’è stato sempre il professore Salvatore Coletta, lo storico allenatore della campionessa: “Annarita era speciale e tutti dobbiamo anzi chiederle un po’ scusa. Riteniamo i nostri giovani bravi magari a livello regionale, pensando che tutto cambi in ambito nazionale o internazionale cambia. All’epoca creammo dei limiti per lei che invece ci ha smentito tutti, perché più si alzava l’asticella e più andava avanti senza avere paura di nessuno. Con lei ho anche litigato, ma ho scoperto che aveva ragione lei e dovevo assecondare il suo istinto. Quando gareggiava se sentiva odore di impresa non ce n’era davvero per nessuno”.
Questo il messaggio del presidente della Fidal di Messina, Nunzio Scolaro: “Il docu-film mi ha molto commosso. Dalla sua storia traspare come dietro una grande donna ci fossero due grandi uomini, ovvero il marito Pietro Strino ed il professore Salvatore Coletta. Per noi resterà sempre un’icona incredibile. Il messaggio alla conclusione del film è emblematico e testimonia quella voglia di non arrendersi mai dimostrata da Annarita sia nello sport che fino al termine della sua esistenza”.
Infine, il ricordo personale del sindaco Renato Accorinti, presente in sala insieme all’assessore allo Sport, Sebastiano Pino: “Mi emoziona parlare di Annarita – ha commentato il primo cittadino – che da allora insegnante di educazione fisica ho conosciuto all’ex Gil quando muoveva i primi passi. Mi ricordo le prime fasi quando veniva al campo e marciava con una forza incredibile. Nelle gare di resistenza conta soprattutto l’aspetto mentale e la voglia di non arrendersi mai. Lei aveva un’energia esplosiva. Bisogna trasferire alle nuove generazioni la necessità di dover avere una grande forza interiore per superare gli ostacoli della vita. Lei simboleggiava umiltà e semplicità, perché le medaglie passano ma questi valori restano”.