Non è stato sufficiente un ulteriore interminabile faccia a faccia, protrattosi per oltre quattro ore, per formalizzare il definitivo avvicendamento alla guida del club. L’imprenditore ennese Franco Proto, attivo nel ramo ospedaliero, sembrava ormai destinato ad acquisire ufficialmente la titolarità del Messina, attraverso una “new co” costituita ad hoc e denominata “Zancle Sport Events srl”.
Nel preliminare siglato lo scorso 18 febbraio, la proprietà uscente si era impegnata a rinunciare ai crediti loro spettanti, per via di anticipazioni che hanno consentito il saldo di precedenti spettanze ai tesserati. Ma uno dei soci di minoranza, Giovanni Di Bartolo, ha vincolato la sua firma all’eventuale rinuncia da parte del direttore generale Lello Manfredi alle somme vantate nei confronti del club, maturate nel corso di precedenti gestioni.
A questo punto, alle 22 e 15, Proto – lamentando il mancato rispetto del preliminare – ha deciso di abbandonare lo studio del notaio Nunzio Arrigo, unitamente al suo corposo staff di collaboratori, allontanando una fumata bianca che sembrava ormai scontata. Al di là dell’inevitabile sconforto dei protagonisti e dei tifosi da ore in attesa, resta però aperto uno spiraglio concreto, dal momento che l’avvocato della controparte, Alessio Robberto, e lo stesso Di Bartolo hanno annunciato che sono pronti a rivedere gli acquirenti già nella mattinata di mercoledì.
Nello studio, dalle 18, erano presenti il presidente Natale Stracuzzi, l’altro socio di maggioranza Piero Oliveri, l’amministratore delegato Pietro Gugliotta e i soci di minoranza Nino Micali e Giovanni Di Bartolo. Ad affiancare l’ex presidente dell’Atletico Catania il dg Manfredi, il direttore amministrativo Fabio Formisano, il direttore organizzativo Vittorio Fiumanò, il consulente fiscale Antonio Morgante, gli avvocati Simona Giuffrida e Massimo Rizzo ed i segretari Alessandro Raffa ed Antonino Minutoli.
A garanzia dell’accordo, nel precedente compromesso, era stata inserita una penale da 200.000 € che, al di là di un eventuale processo civile (che avrebbe richiesto tempi lunghi), sembrava rassicurare sulla conclusione positiva della trattativa. Nulla di tutto ciò. Nelle quattro ore trascorse nello studio Arrigo si è analizzata a lungo la delicatissima situazione contabile del club, grazie agli ultimi incartamenti fiscali forniti dalla precedente proprietà, e la questione legata alla fideiussione presentata a fine gennaio in Lega, che dovrà essere sostituita dalla proprietà subentrante.
Il gruppo Proto avrebbe dovuto onorare il passivo accumulato negli ultimi otto anni, non oltre l’eventuale eccedenza dei due milioni e mezzo di euro, che già rappresenterebbero un notevole aumento del “rosso” rispetto a quello certificato nell’ultimo bilancio depositato presso la Camera di Commercio. Il problema è rappresentato dai numerosi contenziosi legali in corso, che potrebbero farlo lievitare ulteriormente.
Proto avrebbe voluto omaggiare simbolicamente i suoi principali compagni di avventura. Il 97% del club sarebbe rimasto nelle sue mani, mentre Manfredi, Formisano e Fiumanò avrebbero ricevuto l’1% a testa del pacchetto azionario. Il Messina era pronto a svoltare, sfruttando il rinnovato entusiasmo solo intaccato dal derby perso con il Catania. Ma l’ennesima fumata nera ha prolungato una telenovela infinita.