Nella sfida contro il Belpasso è arrivato il primo sorriso stagionale per il Torregrotta, che può finalmente togliere quel fastidioso zero dalla voce delle vittorie in classifica. All’indomani del successo sugli etnei la salvezza rimane comunque un’utopia, ma adesso per la compagine rossoblù c’è solo da chiudere dignitosamente una stagione iniziata senza troppe ambizioni e proseguita in mezzo a non pochi tracolli sul campo.
Quindi al presidente Nino Sindoni non resta altro da fare che godersi la vittoria ottenuta nel match di sabato scorso: “Stiamo vivendo un’annata particolare – dice ai nostri microfoni – e lo avevamo messo in conto. Per noi adesso l’importante è il campionato, perché i ragazzi giochino in un certo modo ed insieme si possa onorare gli impegni assunti. Quello che sarà il prossimo futuro attualmente è davvero difficile immaginarlo”.
Dopo l’incredibile promozione ottenuta la scorsa primavera, il Torregrotta ha dovuto fare i conti con numerose vicissitudini e adesso del domani non vi è certezza: “Le difficoltà erano a priori. Quando una squadra porta avanti un certo cammino – afferma – è sempre positivo, prima di tutto per i ragazzi. La società può anche passare in secondo piano rispetto alle soddisfazioni dei calciatori e delle staff. Io ho sempre fatto sport con accortezza senza farmi influenzare da niente e da nessuno. Fin dal primo momento abbiamo capito che sarebbe stato difficile affrontare quest’anno, ma non addossiamo la colpa a nessuno. Pensavamo di poter ottenere determinati risultati ma ciò non è avvenuto e ognuno si assuma le proprie responsabilità. Certamente questa situazione non ci ha colto di sorpresa”.
Per Sindoni dunque non resta che salvare l’onore, anche se attualmente diventa complicato persino programmare il prossimo campionato di Promozione:”Io credo di aver fatto parecchio. Con il Comune stiamo discutendo per migliorare le strutture. Attualmente è impensabile programmare, vogliamo dare la possibilità a questi ragazzini di mettersi in mostra attirando le attenzioni di altre società. Vogliamo lasciare ai giovani anche a livello dirigenziale – ammonisce -. Serve entusiasmo e non ci possiamo prendere la responsabilità di far ereditare un mucchio di cenere, sempre e comunque onorando lo sport e le sue regole”.