Neppure le quattro vittorie casalinghe consecutive, che il Messina non riusciva ad ottenere da tre anni, hanno restituito un po’ di serenità. I tre punti di margine sulla zona retrocessione rappresentano un tesoretto rilevante in chiave salvezza, ma al di là dei risultati sul campo ci sono soprattutto fondamentali scadenze economiche da onorare. Entro giovedì vanno versati infatti ai tesserati stipendi e contributi relativi al bimestre appena trascorso, se non si vuole incorrere in pesanti provvedimenti da parte della Lega.
Un impegno che dovrebbe essere onorato dai soci di minoranza del club, affiancati dai palermitani Domenico Gallina ed Ezio Ruvolo, se non andranno a buon fine le trattative con i potenziali acquirenti o se Natale Stracuzzi, dimessosi dopo il burrascoso epilogo del mercato invernale, non garantirà un aiuto di natura economica.
Il presidente dimissionario e il suo successore, Piero Oliveri, i due soci che detengono le quote di maggioranza (l’88% del pacchetto azionario), hanno indetto una conferenza stampa che si terrà nella mattinata di lunedì. Probabile una replica all’amministratore delegato Pietro Gugliotta, con il quale si è comunque schierato anche il tecnico Cristiano Lucarelli. L’auspicio è che, a poche ore dal gong, si possa evitare un muro contro muro che aumenterebbe la tensione, anziché ridurla.
Nel frattempo, dopo il vertice romano di venerdì, gli imprenditori calabresi Pasquale Gerace e Giuseppe Marcianò e l’avvocato campano Angelo Massone, che rappresenta Jacob Golan e una non meglio precisata cordata americana, hanno formalizzato la loro proposta d’acquisto del club, che resterà comunque vincolata a una “due diligence”.
Secondo indiscrezioni, i potenziali acquirenti sono pronti ad onorare le prossime scadenze di natura economica e ad assumere la gestione “provvisoria” fino al 30 marzo. In quella data, dovrebbe concludersi infatti l’analisi dei conti di un club che ha visto crescere ulteriormente il passivo rispetto all’ultimo bilancio, che attestava un “rosso” da un milione e mezzo di euro. Massone e Gerace vorrebbero infatti le chiavi in mano, un po’ come chiese ad inizio gennaio l’imprenditore ennese Franco Proto, riservandosi però un approfondimento della situazione finanziaria della società e la facoltà di recedere dall’acquisto, se nel frattempo dovessero emergere sgradite sorprese. Un’offerta che sembra insomma destinata ad alimentare altri dubbi, anziché fugarli.
C’è poi un ultimo nodo, legato al premio della fideiussione, non ancora versato. Il club rischia il deferimento più che una penalizzazione, ma deve comunque sanare la sua posizione. Lo faranno i soci di minoranza, quelli di maggioranza o i soggetti interessati a subentrare? Lo sapremo nelle prossime ore, che si annunciano fin d’ora caldissime.