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Al Clan Off Teatro in scena “Intra a’ Medea”

Il prossimo 17 e 18 dicembre al Clan Off Teatro andrà in scena “Intra a’ Medea” di Germano Marano e Daiana Tripodi, con Daiana Tripodi.

Clan Off Teatro
Una scena dello spettacolo

Lo spettacolo è il terzo appuntamento di “È tempo di teatro”, la stagione artistica realizzata dall’associazione culturale “Clan degli Attori”, di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla che sino a maggio animerà il nuovo spazio di via Trento n. 4. Una storia al femminile, un viaggio, a partire dalla Medea di Euripide, interpretato nella lingua originaria dell’attrice e regista Daiana Tripodi, il calabrese (perché alcune cose, a volte sussurrate, perché non si possono ascoltare, a volte urlate, perché devono essere ascoltate, si possono dire solo se ti appartengono fino in fondo), alla scoperta dell’io più profondo dell’essere donna, dell’essere madre. Come si legge nelle note dell’autrice: “vive e respira una Medea che resta; ferma, anche quando le sue azioni, che scandalizzano il mondo intero, dovrebbero quantomeno turbarla. Il lavoro su Intra a ‘ Medea nasce dall’esigenza di esplorare i temi forti del mito di Medea, sempre eterni, ricercandoli nel linguaggio più sentito e vicino a me, quello con cui ho più familiarità. Mi è stato chiesto: ‘perché devo venire a vedere questa Medea? Cos’ha di diverso da tutte le altre Medee ?…’ Ovviamente non so dare una risposta precisa a questa domanda… Quello che so è che questa è la ‘mia Medea’. Il tema principale è quello dell’orgoglio, l’orgoglio femminile, che quando si innesca è come una bomba, una bomba che fa poi esplodere diversi altri sentimenti. La rabbia, che non trova pace in un corpo femminile ferito nell’orgoglio. La vergogna, che gli è stata procurata per mano altrui, e che ella stessa si procura compiendo il gesto estremo, che pensava potesse renderla libera, libera proprio dalla vergogna. Il dolore troppo grande, troppo pesante da poter essere sopportato. La voce di questa Medea è un esplosione di tutti questi sentimenti, che non si rassegnano in un corpo ferito dall’orgoglio. Prendendo spunto dai testi di Euripide, Heiner Müller, Christa Wolf, ho riscritto con mie parole la storia di questa donna, donna che diventa Mito, donna che è soprattutto una Donna, uguale e diversa a tutte le altre donne”. Le musiche originali sono dei “Mattanza”, gruppo calabrese che si caratterizza per essere crocevia di suoni e liriche che attingono alla tradizione popolare calabrese con tutta la potenza della saggezza antica, ma con la freschezza di una nuova concezione musicale.

 

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