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Il Messina è sull’orlo del baratro. Quattro gare cruciali prima della lunga sosta

L’unico gol lo ha realizzato Eduardo Chiacchio, fuori dal campo. La scampata penalizzazione (premiata la tesi dell’errore scusabile portata avanti dall’avvocato campano) è la sola buona notizia per un Messina costretto a leccarsi le ferite dopo le due sconfitte rimediate con Melfi e Lecce. Sei reti sul groppone e nessuna all’attivo in 180 minuti che hanno posto fine all’imbattibilità in campionato di Cristiano Lucarelli e spedito i peloritani verso una situazione di classifica adesso delicatissima. Il gruppo in fondo alla graduatoria si è ricompattato: dai 13 punti del Catanzaro ai 19 di Paganese e Casertana, passando per i 15 del Messina, sono ben nove le formazioni raccolte in appena sei lunghezze.

Demiro Pozzebon
Demiro Pozzebon, autore di sette gol (foto Chillemi)

Sia al “Valerio” che dopo lo 0-3 contro i salentini Lucarelli non le ha mandate a dire, facendo da parafulmine e cercando di proteggere la squadra. Ma è stata anche tanta la rabbia accumulata per alcune decisioni arbitrali avverse. Su tutte il gol del vantaggio segnato dai lucani con Foggia in probabile fuorigioco ed il rigore concesso alla squadra di Padalino, nonostante l’intervento con il braccio di De Vito sul tiro di Vutov fosse da distanza ravvicinata. Preoccupa, però, la mancanza di reazione di un gruppo che dopo la scossa data dal tecnico livornese con il suo avvento in panchina è nuovamente sembrato ripiombare nella depressione. Sette i punti collezionati in nove giornate con Marra al timone, otto in otto partite sotto la gestione dell’ex bomber amaranto che, come il suo predecessore, aveva “brindato” al bottino pieno nel giorno del debutto. Al successo contro la Casertana del 23 ottobre sono però seguiti cinque pareggi e due sconfitte. Risultati frutto di un organico che presenta lacune in tutti i reparti, a dispetto di una rosa numericamente ampia ma con poca qualità e tanti doppioni.

Milinkovic cerca lo spunto
Milinkovic cerca lo spunto (foto Chillemi)

Legittima l’ira dei sostenitori giallorossi, ormai abbonati alle sofferenze. I tifosi pretendono di più e, al termine della sfida persa con il Lecce, dopo aver assistito al defatigante dei giocatori (con giri di campo) che sapeva di punitivo, si sono scagliati in particolare contro Pozzebon. Le sirene di mercato rischiano di influenzare il rendimento del centravanti, autore di sette gol in questa prima parte di stagione, ma a segno soltanto una volta su rigore nelle ultime sei apparizioni. I rifornimenti in avanti per l’ex di Avellino e Lucchese sono però arrivati ultimamente col contagocce. Continua a deludere anche Milinkovic, il cui errore sotto porta, nell’azione che avrebbe potuto regalare l’immediato 1-1, ha evidenziato come il numero 10 manchi spesso e volentieri al momento della finalizzazione.

Ferri prova a sgusciare via
Ferri prova a sgusciare via (foto Chillemi)

Per evitare il baratro e scongiurare una nuova retrocessione urge comunque ricompattarsi in vista degli ultimi quattro impegni agonistici del 2016, prima delle tre settimane di sosta previste a gennaio. La trasferta di sabato a Cosenza precederà gli scontri diretti con Vibonese, Siracusa e Reggina. Gare da affrontare con l’attuale materiale umano. L’innesto dell’esperto centrocampista Riccardo Nardini, tesserato dal club giallorosso a conclusione di un lungo corteggiamento, l’unica variante. Dopo mesi di promesse (disattese) e prospettive (sfumate in fretta, come neve al sole) il Messina è ora nelle sabbie mobili. Per non sprofondare bisognerà trovare un appiglio. Il presidente Natale Stracuzzi è chiamato a garantire risposte a Lucarelli, al suo staff e ai club organizzati, come tradizione gli ultimi ad abbandonare la nave. Servono scelte coraggiose, sul mercato e anche in società. Altrimenti, dopo avere riposto già da tempo ambizioni e sogni playoff, si riuscirà nell’impresa, tutt’altro che irresistibile, di bissare la stagione da horror vissuta con Pietro Lo Monaco al timone, culminata in un declassamento sul campo evitato soltanto grazie alla retrocessione a tavolino della Vigor Lamezia.

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