Terzo pareggio esterno consecutivo per il Fondi che a Messina ha però evitato il ko grazie alla rete di Albadoro, nonostante fosse in superiorità numerica dall’inizio del secondo tempo. Il tecnico Sandro Pochesci commenta: “Nel calcio i se ed i ma non contano. Dopo il rigore sbagliato dovevamo essere attenti su quella ripartenza che ha portato all’1-0 del Messina, forse viziata da un fallo su Squillace. L’arbitro ha però diretto bene su un campo infame. Le due squadre volevano vincere, provando a giocare a calcio. Messina non può permettersi di avere un terreno del genere, entrando in questo stadio viene la pelle d’oca, ma il campo è da Promozione. Non è possibile, occorre giocare su campi adeguati per la categoria”.
“Tiscione è l’unico a cui ho detto bravo – prosegue Pochesci – ci ha fatto vincere tante partite. I rigoristi erano Albadoro e D’Agostino, ma erano entrambi fuori ed era tra lui e Bombagi la scelta. Bisognava andare in vantaggio comunque una volta in 11 contro 10, invece non abbiamo avuto quelle idee che di solito esprimiamo in casa. Fuori, invece, costruiamo di meno, ci vuole maggiore coraggio. La partita era in mano nostra, l’abbiamo buttata via e poi siamo stati bravi a riprenderla. Il Messina già ad inizio ripresa era più cattivo di noi. Faccio i complimenti a Lucarelli, hanno dimostrato grande carattere”.
Il “Sassuolo della Serie C” è l’appellativo usato da Lucarelli per il Fondi, tra le rivelazioni del torneo. “E’ la filosofia del nostro presidente che non vuole stranieri in rosa, ma soltanto italiani. Inoltre abbiamo in questo momento disponibilità che altre non hanno. E’ livornese proprio come Lucarelli e tre anni fa mi chiamò dicendomi che voleva acquistare il Livorno. Io ero senza patentino, gli dissi che c’era Lucarelli che stava facendo il Master. La trattativa per l’acquisizione del club poi non andò a buon fine. L’Unicusano Fondi – chiude Pochesci – rappresenta gente che soffre, come principio base c’è la ricerca scientifica. Ai ragazzi dico di non guardare al risultato, ma all’immagine che diamo”.