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Gli scatti d’autore di Giuseppe Leone per raccontare luoghi e volti della grande letteratura siciliana

Grande successo per l’evento targato Taobuk, protagonista il fotografo ibleo  che al vernissage ha dialogato con la scrittrice Silvana Grasso. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 30 settembre nella Chiesa del Carmine di Taormina, 

Giuseppe Leone ha posto indubbiamente le basi di una nuova ricerca fotografica in bianco e nero, per raccontare i luoghi resi immortali dalle pagine dei grandi scrittori isolani. A lui si devono scatti ormai celebri, come quello che coglie insieme Sciascia, Consolo e Bufalino che ridono in contrada Noce, a Racalmuto. Con la mostra Sicilia tra luce e parola, il fotografo ibleo rende omaggio a una terra che con le sue atmosfere, i paesaggi, i paesi, le storie ha ispirato tanti autori e intellettuali nell’Ottocento e nel Novecento: da Giovanni Verga a Leonardo Sciascia, da Gesualdo Bufalino a Vincenzo Consolo, da Luigi Pirandello a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, da Stefano D’Arrigo a Salvatore Quasimodo. Curata da Carmelo Nicosia, fotografo e direttore della Scuola di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania, la mostra è organizzata da Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara e Franco Di Mare.

Consolo, Sciascia e Bufalino in uno scatto di Giuseppe Leone
Consolo, Sciascia e Bufalino nello scatto di Giuseppe Leone

L’esposizione, allestita a Taormina nell’elegante Chiesa del Carmine (Piazza Duomo), è stata inaugurata giovedì 8 settembre.  In questa occasione Silvana Grasso, scrittrice etnea tradotta in tutto il mondo e di cui viene esposto un intenso ritratto, ha dialogato con Giuseppe Leone per esplorare i legami tra paesaggio e scrittura, soffermandosi sulla Sicilia come terra-madre e fimmina, sensuale e archetipica. La mostra sarà visitabile fino a sabato 30 settembre 2016 (ore 10-13 e 17-22). Sicilia tra luce e parola si pone come ideale compimento del trittico che Taobuk Festival ha dedicato ai grandi maestri della scuola fotografica siciliana e che ha visto succedersi, nelle passate edizioni, le mostre personali di Ferdinando Scianna (2014) e Letizia Battaglia (2015).

Di grande interesse il vernissage che ha visto Giuseppe Leone conversare con Silvana Grasso, vulcanica autrice di prosa, poesia, teatro, ma anche filologo classico, i cui romanzi e racconti (ricordiamo tra gli altri Nebbie di ddraunàraL’albero di GiudaDisìo, Il cuor a destra) hanno ricevuto importanti riconoscimenti, come il Flaiano e il Grinzane Cavour. Un incontro tra due ambasciatori di sicilianità nel mondo. Se Silvana Grasso è originaria di Macchia di Giarre, Giuseppe Leone vive e lavora a Ragusa. Da oltre cinquant’anni racconta la Sicilia attraverso immagini quasi sempre in bianco e nero. Ha condiviso l’esperienza profonda della terra siciliana con figure di spicco che come lui ne hanno saputo cogliere bellezza e contraddizioni. Osservatore al servizio della letteratura, con la mostra “Sicilia tra luce e parola” Giuseppe Leone delinea la geografia letteraria e umana di una Sicilia dalla singolare bellezza paesaggistica e architettonica. Ripercorrendo i diversi parchi culturali esistenti nell’isola, con i suoi scatti restituisce al visitatore l’essenza della narrazione. Ci sono i marinai di Acitrezza, che ancora ai giorni nostri cercano di domare le onde del mare a bordo di piccole barche, come i Malavoglia di Giovanni Verga. C’è la contrada di Agrigento soprannominata Caos, che ha dato i natali a Luigi Pirandello, ripresa da una prospettiva dal basso che ne esalta tutta la sua potenza.

“Ogni immagine – ha spiegato Leone – è legata ad un luogo della poesia degli autori che rappresento. L’immagine diventa così simbolo”.  “La Sicilia – ha sottolineato Silvana Grasso – resiste nonostante i siciliani. La letteratura tiene in vita il siciliano e la Sicilia nel mondo. E’ il modo per non annegare”. “Quello del maestro Leone è un grande regalo fatto a Taobuk – spiega la presidente del festival Antonella Ferrara -. Vengono immortalati i luoghi della Sicilia che vengono interpretati sotto il profilo letterario”

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