Elia Viviani è l’ultimo eroe italiano di un’Olimpiade che sta regalando tanti successi insperati agli Azzurri, dal tiro a volo, che ha regalato addirittura quattro ori, al judo, con il trionfo di Basile. Nel ciclismo su pista una delle imprese più emozionanti, in una gara infinita, composta di sei prove, l’ultima delle quali una vera e propria lotteria.
Ai microfoni di GazzettaTV, Viviani, che aveva trascorso con lo sfortunato Vincenzo Nibali la vigilia e l’immediato post-gara della prova su strada, ha voluto rivolgere un pensiero allo “squalo dello Stretto: “Senza quella caduta sarebbe tornato a casa con una medaglia sicura, perché nel finale era ormai con i tre di testa. Dopo erano con il morale a terra e, tra gli Azzurri, Nibali era il più dispiaciuto. Ha osato per vincere, era giusto così, bisogna rischiare per portare a casa un risultato”.
L’oro, che mancava nella disciplina da vent’anni, rappresenta una rivincita per tutto il movimento: “Abbiamo riscattato quell’amarezza di Vincenzo. Sulla mia di caduta ho avuto un po’ di paura per ma poi sono riuscito a cancellare tutte le delusioni precedenti”. Viviani aveva d’altronde sfiorato il successo anche quattro anni prima a Londra e poi nel recente Mondiale, mancando sempre di un soffio il podio.
Viviani ha tenuto a evidenziare anche il grande clima che si è creato in “Casa Italia”: “Sono arrivato qui in Brasile due giorni prima della prova su strada. Con Nibali eravamo stati assieme in appartamento. È stato divertente passare la sera sui divanetti con sei professionisti che si pensa che guadagnino chissà quanto e a Rio sembravamo invece sei bambini in gita scolastica in un appartamento. L’Olimpiade è anche questo. In Italia ognuno vive a casa sua ma chiacchierare del più e del meno fino alle undici di sera è stato impagabile”.