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Taormina, Mirto: “Questa la migliore offerta. La città ha un grande potenziale”

Gaetano Mirto ritorna in campo. L’allenatore di Randazzo ha infatti ingaggiato di slancio la sfida che risponde al nome di Sporting Taormina, decidendo di ripartire dall’Eccellenza e non certo con una squadra completa o già in carreggiata. Dopo aver formalizzato la propria iscrizione al campionato tra non pochi dubbi,  la società guidata da Mario Castorina è comunque riuscita ad assicurarsi il tecnico in uscita dalla Leonfortese, replicando all’inaspettato saluto di Marco Coppa, diretto a Scordia.
Mirto, esperto di promozioni dopo le esperienze con gli stessi biancoverdi ennesi ed il Castiglione, trasportati rispettivamente dalla Promozione e dalla Prima Categoria alla Serie D, fa il suo ritorno nel torneo che aveva conosciuto lavorando anche per Due Torri e Giarre e, proprio dell’esperienza in gialloblù, ritroverà Carmelo Bonanno, neo dirigente del sodalizio jonico. Intanto, nel pomeriggio, si riapriranno i battenti del “Bagicalupo” ed il neo allenatore biancazzurro ci ha rilasciato le sue impressioni, parlando del percorso che lo ha portato a Taormina e dell’attuale situazione della squadra.

Lo Sporting Taormina in campo
Lo Sporting Taormina in campo

Mister, comincia oggi la sua avventura in sella allo Sporting Taormina. Cosa l’ha convinta di questo club?
E’ la mia vita da allenatore. Inizio un progetto da zero, in una determinata dimensione e chiudo la stessa esperienza in condizioni diverse, spesso al vertice di una scalata. A Taormina sarà così. Questa corsa inizia con delle ristrettezze economiche nuove per la società, che rappresentano un cambio di rotta rispetto agli ultimi anni. Partiamo con una squadra di giovani, cosa che a me piace, ma anche con delle buone prospettive sul lungo termine, che ci consentiranno di programmare qualcosa di più ambizioso in futuro.

Lo scorso anno non le ha riservato certo un finale positivo. Taormina corrisponde a quello che lei cercava per ripartire?
Com’è ovvio, quando si cerca una meta, si desidera un posto in cui c’è la possibilità di far bene. Lo scorso anno siamo retrocessi, ma non sul campo, dato che sono state altre situazioni a condannare la Leonfortese all’Eccellenza (il riferimento è al risultato di Leonfortese-Scordia, ribaltato dal Tribunale Federale più volte imponendo anche un rinvio dei play-out, ndr). Sono venuto qui perché la piazza di Taormina ha un grosso potenziale. La squadra rappresenta una città di primo piano, che spero trovi presto nel calcio un interesse ed un volano su più fronti.

Conferma di aver declinato altre offerte?
Si. Sono stato richiesto da altre società ma ho preferito passare. Taormina è stata l’offerta più soddisfacente anche perché avanzata su realtà solide.

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Da sinistra il vice di Mirto, Salvatore Principato, il presidente Castorina, l’allenatore jonico, Carmelo Bonanno ed il vice presidente Scimone

Si parte con un po’ di ritardo. Qual è la tabella di marcia per farsi trovare pronti all’inizio del campionato? Avete già un’intesa con la società quanto al mercato?
I primi quindici giorni mi saranno utili per conoscere i giocatori che sono rimasti, oltre i giovani che abbiamo contattato e che saranno con noi. Dopo andremo a fare delle valutazioni nel dettaglio, individuando quanti e quali uomini ci sono necessari per vivere un campionato tranquillo. Rispetto a qualche anno fa la società sarà chiamata a fare la campagna acquisti con un budget diverso: i dirigenti sono stati molto chiari con me ed io ho detto loro come bisognerà agire, a partire dall’investire sui giovani.

La Leonfortese, al suo primo anno in D, vantava una incredibile tenuta atletica e una buona imprevedibilità da un punto di vista tattico. Vorrà un Taormina improntato su questo credo?
I punti fondamentali della mia idea di calcio sono proprio questi, anche se dipende tutto dai giocatori che si hanno a disposizione. Differenze nell’organico ne comportano altrettante sul piano del gioco. In base alle caratteristiche di ragazzi vedrò cosa è possibile, perché credo che il valore di un allenatore stia proprio nella prontezza di trovare la soluzione adatta.

Mirto
Gaetano Mirto, con la Leonfortese, ha sfiorato la permanenza in Serie D retrocedendo ai playout anche col vantaggio del fattore campo

Ad un allenatore che ha in bacheca numerosi trofei non capita spesso di retrocedere. Cosa ha imparato dall’ultima esperienza a Leonforte?
Dalla scorsa stagione ho capito che non bisogna mai distrarsi, perché si rischia di mollare. Un allenatore deve sempre stare addosso ai giocatori, senza dare nulla per scontato, perché le sorprese sono dietro l’angolo. L’anno scorso ho pagato proprio quell’attimo di distrazione. A quattro giornate dalla fine eravamo a ridosso dei playoff. Un mese e mezzo dopo siamo retrocessi, con una squadra per cui perdere la categoria sembrava impossibile. Come i miei ragazzi ho avuto un brusco risveglio dopo aver pensato che mancava un metro al traguardo. Dopo che è successo, farò il possibile perché non mi accada più.

Che campionato di Eccellenza crede di dover affrontare?
Da quello che vedo il girone B di Eccellenza sta per diventare una mini Serie D. Ci sono circa sei squadre che si stanno attrezzando esattamente come compagini di quarta serie, mentre non vedo l’Orlandina, l’Atletico Catania o il Modica della situazione, che l’anno scorso hanno praticamente permesso alle avversarie di avere punti già acquisti in partenza. La Sicilia ha un bacino di giocatori importanti ed è normale che essendoci pochissime squadre di Serie D questi si riversino in società come Troina, Palazzolo, Acireale, Pedara San Pio X, che sono in controtendenza rispetto ai tempi che corrono.

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