La “Birra dello Stretto” è praticamente realtà. Un piccolo miracolo imprenditoriale, portato avanti con costanza e coraggio da 15 ex dipendenti della “Triscele”, una fugace illusione spentasi quasi sul nascere. Si sono rimessi in gioco dopo il licenziamento, investendo il loro Tfr per creare un nuovo marchio. Le difficoltà non sono mancate e tante altre ve ne sono all’orizzonte, anche perché la burocrazia è inesorabile e mancano ancora i permessi necessari per la vendita al dettaglio.
Il presidente Mimmo Sorrenti illustra l’inusuale metamorfosi: “Noi ci riteniamo ancora degli operai, che sanno fare il loro lavoro e produrre una buona birra. Ci siamo trasformati in imprenditori di noi stessi. All’inizio sembrava tutto facile ma poi i problemi non sono mancati, soprattutto per via di una burocrazia interminabile, che ci ha fatto perdere mesi e mesi per niente. Ma ci abbiamo creduto sempre, grazie anche al supporto delle nostre famiglie”.
Il grande paradosso è che la “Birra Messina” è tuttora in vendita ma non ha nulla di siciliano. La produce in Olanda l’Heineken, titolare dello storico marchio, e la imbottiglia in Puglia, a Massafra. Di messinese c’è soltanto il nome. Insomma, gli utenti dovranno imparare a non fare confusione e a valorizzare esclusivamente il prodotto della loro terra.
Per l’attesa inaugurazione migliaia di messinesi sono accorsi a Larderia, presso i due capannoni dell’area industriale destinati ai lavoratori, che hanno potuto finalmente tagliare il nastro e dare vita al nuovo stabilimento, che ospita macchinari nuovi di zecca. Nel corso della prossima settimana inizieranno le prove con l’acqua e il malto. La produzione vera e propria scatterà a metà agosto. Nella prima settimana di settembre le prime bottiglie in vendita.
Ben quattro i marchi che saranno disponibili sul mercato. La più attesa la “Birra dello Stretto”, dedicata alla città, che è sempre stata solidale con i lavoratori, coinvolti in una lunga vertenza. La “Doc 15” è un riferimento proprio ai quindici coraggiosi protagonisti di questa avventura. La “Doc 15 cruda” sarà una bionda per “intenditori”. La “Birra dello Stretto Premium” infine la più pastosa, profumata, con un tasso alcolico superiore.
“Abbiamo ricevuto tante pacche sulle spalle in questi anni – ha ricordato ancora Sorrenti – Adesso comprate la nostra birra, aiutateci. Vogliamo dimostrare una volta di più che si può fare ancora imprenditoria in Sicilia”.
Il presidente del “Birrificio Messina” ha ripercorso negli studi di Tremedia tutte le tappe che hanno portato all’apertura del nuovo stabilimento, inaugurato nel pomeriggio di venerdì: