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Viviani: “Amo la Sicilia, ho tanti amici”. Quanti ricordi sul Pisa di Anconetani…

Una presenza di spicco ad impreziosire la festa per i 50 anni dell’AIAC, organizzata dalla Sezione provinciale di Messina giovedì al PalaRescifina. Mauro Viviani, oggi docente del settore tecnico di Coverciano, ha la Sicilia nel cuore e sfoglia l’album dei ricordi: “Ho risposto subito di sì all’invito, avendo voglia di tornare nella bella Sicilia anche per onorare questo importante compleanno. In questa terra ho giocato due anni con la Leonzio e due con l’Akragas, trascorrendo dunque una bella fetta della mia carriera. Inoltre ho lasciato tanti amici e persone che mi stimano e che alla prima occasione vengono a salutarmi, com’è accaduto anche in questa circostanza”.

Mauro Viviani
Mauro Viviani nel corso dell’evento al PalaRescifina

Classe 1949, la sua carriera da giocatore è stata purtroppo terribilmente condizionata dai tanti infortuni. Al termine del lungo percorso da allenatore ha invece trovato la sua dimensione a Coverciano. La riedizione de “Il nuovo Eserciziario del calcio”, testo che ha personalmente curato, mira a fornire schemi, tattiche e suggerimenti utili agli allenatori. “Mi è sempre piaciuto insegnare e trasmettere quello che so. Mi è stata offerta questa possibilità e ora giro un po’ per il mondo. Come tutti i libri, però, “Il nuovo Eserciziario del calcio” non va preso alla lettera. Un allenatore deve saper valutare nel più breve tempo possibile il materiale che ha a disposizione e poi con quello che è contenuto nel libro cercare di trarre il meglio per la sua squadra”.

Viviani ai tempi del Pisa
Viviani ai tempi del Pisa

Con un passato importante nello staff tecnico del Pisa di Anconetani, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, quando il campionato italiano era davvero quello più bello del mondo, Viviani ricorda sia i momenti belli che quelli più difficili vissuti alle dipendenze del vulcanico presidente nerazzurro dell’epoca: “Ho avuto la fortuna e la sfortuna di incontrarlo. Sono un livornese atipico, essendo rimasto per sei anni a Pisa, in quanto tra le due città c’è una rivalità incredibile. Ho fatto due anni di A e quattro di B, poi Anconetani mi ha portato via da Perugia, dove avevo vinto un campionato con il pubblico che mi amava, e subito dopo il Pisa è fallito. Sono ripartito dalla Centese in C2 e la mia carriera ha avuto una brusca frenata, quando invece avrebbe potuto prendere un’altra direzione. Lo ricordo, però, come un presidente a tempo pieno, ricco di fantasia e intelligenza. Era davvero un tipo di calcio diverso, ora è cambiato tutto”.

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