“Mi sono lasciato andare ad uno sfogo, dopo tutto quello che ho passato in questi giorni non era facile”. Così Vincenzo Nibali, dopo aver vinto in solitaria la 19esima tappa del Giro, un’impresa che lo ha riportato a soli 44″ dalla nuova maglia rosa Esteban Chaves. Al traguardo il siciliano è scoppiato in lacrime, dopo aver alzato le dita al cielo per dedicare il successo a Rosario Costa, il 14enne morto nei giorni scorsi in un drammatico incidente stradale, che correva per la Asd Nibali, la formazione dilettantistica che porta il nome dello “squalo dello Stretto”.
“La dedica è sicuramente per Rosario – ha spiegato a Rai Sport – ma anche per la squadra, che ha lavorato benissimo e ci ha sempre creduto. Sono felice, anche se è stata una tappa durissima”. Il messinese, grazie all’impresa nella terzultima frazione, torna incredibilmente in corsa per la vittoria finale, che sembrava irraggiungibile per via dei 4’23” di ritardo prima della partenza da Pinerolo: “Voglio restare con i piedi per terra, siamo attesi da un’altra tappa dura. C’è ancora una lotta serrata e sabato vivremo un’altra giornata molto intensa. Ho dato un’occhiata alla classifica: siamo tutti e quattro racchiusi in pochi secondi, bisognerà essere molto attenti. Ci servirà grande determinazione”.
Nibali ha raccontato così l’emozionante sfida con Chaves: “”Abbiamo fatto la nostra riunione, puntavamo ad una vittoria con una fuga da lontano di Fuglsang o Scarponi, il mio obiettivo era stare coi primi e andare via in seconda battuta. La fuga però è partita tardi e quando ho scollinato ho visto che Valverde era staccato e ho accelerato. Poi siamo andati forte in discesa, Kruijswijk ha sbagliato una curva e allora ci siamo sentiti via radio, cambiando strategie e andando via sino all’arrivo. Ho voluto provare, anche perché avevo dei compagni davanti”.
Lo “squalo dello Stretto” è tornato anche sulle incomprensioni con la stampa, che come tradizione lo aveva scaricato troppo in fretta nei giorni scorsi: “È normale che il morale non fosse al massimo dopo la cronoscalata. Adesso, dopo una vittoria, ovviamente è diverso. Nel ciclismo è da sempre così: un giorno sei felice e poi ventiquattro ore dopo magari paghi tutto”.
Vincenzo ha parlato anche delle prove, coraggiose, di Scarponi, suo fido scudiero, e Kruijswijk, sfortunato leader, che fin qui aveva dominato una corsa che sembra ora destinato a perdere sul più bello: “Michele in questo Giro è stato sempre al mio fianco. Ha colto una piccola ma meritata soddisfazione transitando per primo sulla Cima Coppi. Steven finora è sempre stato forte, magari tornerà ancora a lottare per la vittoria conclusiva”.
“È stata dura. Sono felice di indossare la maglia rosa ed essere vicino alla vittoria nel Giro ma c’è un’altra tappa davvero complicata”. Così Esteban Chaves, dopo avere conquistato la vetta del Giro al termine della tappa di Risoul. “Mi spiace per Steven Kruijswijk – dice ancora il colombiano della Orica-GreenEdge – Ha fatto un piccolo errore in discesa ma si è difeso con grande coraggio. Ho provato a stare con Nibali, ma era troppo forte per me in questa tappa”.