Sono trascorsi quasi trenta giorni dalla pubblicazione delle decisioni della Corte Federale d’Appello, che lo scorso 7 marzo ha accolto soltanto in parte le istanze dell’ex tecnico del Messina Arturo Di Napoli, squalificato per tre anni e sei mesi nell’ambito del procedimento sportivo scaturito dall’inchiesta “Dirty Soccer”.
L’ex allenatore del Savona ha ottenuto uno “sconto” di sei mesi ma al contempo ha dovuto incassare un aumento dell’ammenda pecuniaria, che si attesta adesso a quota 50.000 €. Caduta l’accusa dell’illecito aggravato, resiste comunque quella sostanziale, legata ad una condotta scorretta, sempre smentita dal diretto interessato, che ha “derubricato” a questioni di mercato l’origine dei contatti con l’ex ds de L’Aquila Ercole Di Nicola, uno dei grandi accusati del processo.
L’organo presieduto da Gerardo Mastrandrea non ha ancora depositato le motivazioni a supporto della sentenza. Solitamente questo non avviene mai prima di un mese. In queste ore i tre avvocati calabresi che assistono Arturo Di Napoli, Antonio Fazio, che ha già affiancato Mattia Grassani nei due dibattimenti sportivi svoltisi a Roma, Salvatore Staiano, noto penalista, e Vincenzo Cicino, stanno quindi studiando le prossime mosse.
Venerdì 15 aprile il processo penale vivrà la sua fase preliminare, con l’incidente probatorio previsto nell’aula bunker di Catanzaro. Ad alcuni indagati, ma tra questi non c’è Di Napoli, sono stati infatti sequestrati vari dispositivi informatici, come telefonini e tablet, il cui contenuto sarà al centro delle indagini preliminari.
In questi giorni i legali di parte stanno decidendo se nominare o meno un perito in vista dell’apertura del processo. E quello che accadrà a Catanzaro potrebbe influenzare anche le scelte in ambito sportivo. Arturo Di Napoli, che sarà presente in aula soltanto all’eventuale udienza preliminare, potrebbe infatti clamorosamente rinunciare al ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport, istituito presso il Coni. Una pronuncia negativa, la terza dopo quelle del Tribunale Federale e della Corte d’Appello, avrebbe infatti effetti preclusivi. E non consentirebbe l’istruzione di un’eventuale e successiva nuova istanza.
Staiano, Cicino e Fazio potrebbero invece aspettare l’udienza preliminare del processo catanzarese. L’eventuale proscioglimento o l’archiviazione in sede penale gli consentirebbero infatti a quel punto di potere richiedere anche una revisione del procedimento sportivo, in virtù del quale è stato costretto a lasciare la panchina di un Messina che aveva contribuito in modo sostanziale a mettere in piedi, con tante scelte di mercato poi rivelatesi vincenti sul campo. Se si tratta di scenari troppo ottimistici per chi ha già subito due condanne in sede sportiva lo diranno il tempo e le carte.