C’è grande amarezza nell’entourage di Arturo Di Napoli per l’accoglimento soltanto parziale del ricorso presentato dai suoi avvocati. Dalle contestazioni è scomparso soltanto l’illecito aggravato che aveva comportato sei mesi di squalifica supplementare. Ma la sostanza non è mutata. I tre anni e mezzo di stop rappresentano una condanna durissima ed una grave onta.
È il legale catanzarese Antonio Fazio a manifestare la delusione per la pronuncia, che viene comunque accettata: “Le sentenze si rispettano nel contenuto e nelle statuizioni anche se non si condividono. Questa ipotesi di condanna, in questi termini, non l’avevamo sinceramente contemplata tra le reali eventualità. Il consistente supporto probatorio che abbiamo prodotto in secondo grado poteva far pervenire ad altre decisioni, nelle quali confidavamo. Evidentemente non è stato così”.
La via è comunque già tracciata ed il processo sembra destinato a prolungarsi in terzo grado: “Aspettiamo le motivazioni, che saranno pubblicate tra una decina di giorni o al massimo tra due settimane, e poi valuteremo le strategie future. Solo a quel punto avremo piena consapevolezza di quello che hanno deciso i giudici. Faremo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni e chiederemo di rivalutare la questione nei termini che ci aspettavamo”.
Ancora settimane di passione all’orizzonte per il tecnico del Messina, che presto potrebbe essere sollevato anche formalmente dall’incarico: “Arturo non condivide la sentenza perché gli vengono contestati fatti di cui è certo di non avere responsabilità. Di fatto è stato condannato anche in appello, perché sei mesi di sconto non sono nulla. A questo punto spera in una decisione più favorevole in terzo grado”. Ma la strada appare decisamente in salita.