Non c’è soltanto l’ACR Messina ad attendere la pubblicazione della sentenza da parte del Tribunale Federale Nazionale. Tra gli imputati c’è anche il Due Torri, coinvolto suo malgrado nonostante abbia vinto sul campo la sfida con la Neapolis che si presumeva combinata a favore degli ospiti. Il club di Gliaca di Piraino si è affidato all’avvocato fiorentino Federico Bagattini (nella foto grande in alto), che peraltro ha un passato da procuratore federale, essendo rimasto fino al 2007 al fianco del principale inquisitore del calcio-scommesse italiano.
Quello stesso Stefano Palazzi che ancora oggi guida l’accusa, affiancato da Gioacchino Tornatore, che nel processo ospitato dal Vittorio Veneto di Roma ha avanzato al termine di un’interminabile requisitoria le richieste sanzionatorie, invocando ben quattro anni di squalifica per il tecnico del Messina, all’epoca dei fatti contestati alla guida del Savona, e due punti di penalizzazione per il Due Torri.
Bagattini era assente in aula nella tre giorni dedicata al dibattimento del processo di primo grado: “In giudizio vi era fin troppa confusione e poca possibilità di essere ascoltati davvero dai giudici. Ho preferito presentare una memoria scritta in cui abbiamo manifestato l’assoluta penuria di elementi a carico del club messinese”.
Per la formazione allenata da Antonio Venuto è stata comunque paventata la responsabilità oggettiva e non quella presunta: “Non vi sono intercettazioni né pedinamenti. L’accusa basa tutto su una telefonata, quella intercorsa tra Antonio Ciccarone ed un tale Franco, che non è stato peraltro mai identificato”. Ciccarone è noto a queste latitudini in quanto fu anche dirigente dell’ACR Messina nel 2010, nel corso del movimentato quinquennio di serie D che ha preceduto il ritorno tra i professionisti.
“Nella conversazione – prosegue Bagattini – Franco rassicura Ciccarone sulla presenza di “due ispettori”, uno dei quali è Luca Cassese, che comunque non è stato inquisito dalla Procura di Catanzaro né per associazione né per frode sportiva”. Per il difensore 23enne, oggi in forza all’Isola Liri, la Procura Federale ha chiesto 3 anni di squalifica e 50.000 € di ammenda.
Altro elemento chiave è Daniele Piraino, segretario dell’Ebolitana con un passato in provincia all’Igea Virtus: “Teste che è stato sentito e risentito e ha ammesso di avere incontrato Ciccarone, sottolineando di avere visto i soldi stanziati per la combine ma di non avere mai contattato nessuno per attuarla. Un semplice millantatore insomma, come si è più volte professato”.
Il paradosso è che la Neapolis provò a combinare varie partite per assicurarsi punti utili in chiave promozione ma a Gliaca di Piraino fu sconfitta, nonostante il presunto coinvolgimento di Cassese, mentre anche l’altro presunto “ispettore” resta ignoto: “Secondo l’accusa saremmo in presenza di un tesserato che ha agito in danno della società – rimarca Bagattini – Mentre a mio avviso la responsabilità oggettiva è un male necessario soltanto se il calciatore ha tenuto un comportamento neutro o attivo, per attuare effettivamente la combine. E peraltro in questo caso le cronache sportive parlano di una “prestazione monumentale” dello stesso Cassese, che quindi non favorì affatto la Neapolis ma anzi contribuì alla vittoria del Due Torri”. La parola passa insomma ai giudici, che dovrebbero concludere la loro camera di consiglio non prima di lunedì 25 gennaio, a dispetto delle previsioni che prefiguravano una pubblicazione delle sentenze già nel corso di questo week-end.