È il volto dell’amarezza il tecnico peloritano Arturo Di Napoli, che come consueto preferisce commentare con schiettezza il pesantissimo 0-5 subito al San Filippo: “Il Messina vero è questo o quello del 3-0 al Martina? Credo sia una via di mezzo. È una partita difficile anche da commentare, fermo restando che il Benevento è superiore a noi. Ha individualità di categoria superiore ed obiettivi diversi. Però nello stesso tempo tra noi e loro non ci sono cinque gol di differenza. Non li abbiamo mai impensieriti. I ragazzi sanno che oggi abbiamo fatto una figura di m…, senza giri di parole. Ci dobbiamo scusare con questa gente che ci ha sempre sostenuto. Ci dobbiamo leccare le ferite e ripartire per guadagnare di nuovo quello che abbiamo perso, il loro rispetto”.
Al di là del risultato ha colpito l’impressionante superiorità degli ospiti: “Ci è mancata la cattiveria. Mi aspettavo qualcosa di più da alcuni singoli ma eravamo come sempre in emergenza. Fornito rientrava da un infortunio e non era giusto rischiarlo dal primo minuto anche perché il trio di centrocampo contro il Martina mi aveva dato grande sostanza. Dietro Barilaro e Russo li abbiamo elogiati domenica scorsa e contro un avversario di maggiore caratura sono andati in difficoltà. Con il 4-4-2 ci siamo coperti un po’ di più ma è servito a poco perché qualcuno non è mai entrato in partita. Crocifiggere un solo giocatore sarebbe comunque riduttivo. Sono responsabile perché a livello tattico non è andata bene. Ma eravamo soprattutto spenti mentalmente e l’approccio è stato sbagliato. Facciamo un passo indietro proprio quando credevamo di esserci lasciati alle spalle la striscia negativa di sei gare senza vittoria”.
In settimana “Re Artù” dovrà nuovamente tornare a fare i conti con il processo che lo vede imputato: “Ho visto una squadra completamente diversa e non vorrei che qualcuno addebitasse questo atteggiamento al mio deferimento. Queste sono ca…, alibi che vanno bene ai deboli e noi non siamo tali. Chiaramente non sono sereno ma dentro di me ho la consapevolezza di non avere commesso nulla. Ci mettiamo nella mani della Giustizia Sportiva ed in quelle di Dio. Ho fiducia nell’operato dei miei avvocati ed andrò avanti al di là del primo verdetto”.
Quella dei continui sospetti sull’andamento delle partite (Casertana ed adesso Benevento) è una grana in più per società e tesserati: “È diventata una pagliacciata. Si mette sempre in discussione tutto e questo crea problemi mentali ai giocatori, sono situazioni destabilizzanti soprattutto per chi non è sufficientemente forte. Un problema che andrà affrontato nelle sedi opportune”.