Il presidente del Tribunale Nazionale Federale Sergio Artico ha interrotto il silenzio alle 17:30. Accolte le istanze relative all’acquisizione di ulteriore materiale probatorio di natura testuale e dei verbali di precedenti dibattimenti e processi effettivamente pertinenti. Esclusa invece l’acquisizione di filmati video, “perché non si ha certezza sulla loro autenticità nè i tempi necessari per accertarla”.
Stesso discorso in merito alle posizioni di Ercole Di Nicola e de L’Aquila e dai difensori di Armando Ortoli, già direttore sportivo del Catanzaro. Ritenuta inammissibile anche l’istanza presentata dai legali di Arturo Di Napoli, che avrebbero voluto riascoltare tre testimoni aggiuntivi (Tatiana Micheli, Saveria Musicco e Bruno Grillo, ex consulente de L’Aquila). “Contrasta con quanto accertato nelle precedenti intercettazioni” ha rimarcato Artico.
Alle 17:40 è iniziata la requisitoria del sostituto Gioacchino Tornatore, che ha chiesto un paio d’ore di tempo per potere argomentare al meglio le tesi della Procura Federale. “Un intervento a più voci” ha tenuto a ribadire il vice di Stefano Palazzi, che ha lodato i magistrati della Procura di Catanzaro per l’ingente lavoro svolto in questi mesi di indagini.
Evidenziata la consolidata conoscenza tra i protagonisti delle intercettazioni, la reciprocità delle informazioni richieste e la grande frequenza con la quale le conversazioni si ripetevano. “Le ricostruzioni e le giustificazioni fornite dai protagonisti e dai loro legali – ha aggiunto Tornatore – spesso sono apparse palesemente incongruenti. Emerge una rete stabile di contatti ed un quadro costituito non soltanto da soggetti tesserati ma anche da personaggi della malavita. Si arriva all’alterazione di risultati e conseguentemente delle classifiche e soprattutto all’effettuazione di ingenti scommessi. In gioco vi sono interessi assolutamente rilevanti”.
“Per non farsi smascherare o comprendere i soggetti utilizzano espressioni che sono palesemente sgrammaticate e manifestano compiacimento se l’interlocutore ha compreso frasi abbastanza criptiche – ha proseguito il sostituto procuratore -. Non a caso le conversazioni appaiono grottesche, perchè anche chi risponde replica con affermazioni altrettanto incongruenti o inspiegabili se non vi fosse la certezza dell’utilizzo di un codice convenzionale. I soggetti utilizzano un linguaggio palese quando sono convinti di non essere intercettati”.