Il ko della Casertana a Foggia ha riaperto i giochi nel girone C di Lega Pro. Niente fuga per i “falchetti”, battuti dagli uomini di De Zerbi con i centri di Sarno e Sainz-Maza. La capolista guida adesso con cinque lunghezze di vantaggio su “satanelli” e Lecce, sei su Messina e Cosenza. Un buon margine, ma sulla strada verso il titolo d’inverno la formazione di Romaniello dovrà fare i conti con Monopoli, Andria, Messina (nel posticipo di lunedì 21 dicembre) e Paganese. Non un cammino semplicissimo, con le inseguitrici in agguato per cercare di approfittare di nuovi passi falsi.
Dopo il tonfo dello “Zaccheria” la Casertana ha perso anche il primato di migliore difesa che deteneva proprio con la squadra di Di Napoli. Se il Messina ha soltanto il dodicesimo attacco del raggruppamento, infatti, al contempo sono appena sei le reti subite in tredici giornate. Insieme alla Spal Martinelli e compagni detengono ora il primato di retroguardia meno battuta nei campionati professionistici. Soltanto una, peraltro, la marcatura incassata al San Filippo, quella ad opera di Iannini del Matera, da palla inattiva, nel match poi vinto per 2-1 dai giallorossi. Nel ruolino anche il 2-0 inflitto al Cosenza, l’1-0 alla Lupa Castelli Romani e tre 0-0, con Ischia, Catania e Juve Stabia. Le altre cinque reti sono tutte relative ad incontri esterni (contro Monopoli, Paganese, Foggia e Catanzaro). Curiosamente inverso il percorso dei ferraresi, attualmente primi nel girone B, che hanno rimediato cinque reti tra le mura amiche ed appena una in trasferta. Seguono, nella speciale classifica, Cosenza e Tuttocuoio con 7, Casertana, Benevento e Foggia a quota 8, come il Perugia, che in B ha però già disputato 15 gare. Numeri che in casa Messina evidenziano la straordinaria solidità di un reparto che può vantare sull’esperienza di Parisi, il carisma di Martinelli e la fisicità di Burzigotti.
Dopo l’infortunio di Palumbo, operato nei giorni scorsi, Di Napoli è ricorso all’ex reggino come centrale, dirottando Martinelli sulla corsia destra. Ed è lì, al momento, l’unico interrogativo in chiave difensiva, perché se De Vito è un punto fermo sull’out mancino, sul settore opposto né Frabotta né Barilaro hanno convinto il tecnico di Rozzano che non ne ha fatto mistero nel post partita della gara con la Juve Stabia. “Barilaro è un ragazzo giovane che ha fisicità e grande corsa, ma deve ancora migliorare nella fase difensiva, invece Frabotta per ora lo vedo giù di tono” ha commentato Re Artù. Se il giocatore ex Lupa Roma ha collezionato fin qui sei presenze, l’ultima delle quali a Melfi l’8 novembre scorso, il laterale proveniente dall’Ancona è sceso in campo tre volte, una sola dall’inizio. Minutaggio ridotto per entrambi, tanto da far ipotizzare che nel mercato di gennaio il ds Argurio dovrebbe operare proprio in quel settore, per dare a Di Napoli l’uomo utile a completare il pacchetto arretrato. In rosa ci sono anche gli under Russo (’95) e Fusca (’96), che però difficilmente riusciranno a scalare le gerarchie.
La spia rossa si è accesa in avanti, per via delle perduranti assenze di Tavares e Gustavo, che lo staff medico proverà a recuperare in vista del temibile rush finale di stagione. “Bisogna essere realisti – ha aggiunto il mister, analizzando la sterilità offensiva delle ultime settimane – non ci possiamo permettere un attaccante che possa garantire 18 o 20 gol a campionato, la proprietà fa già grandi sacrifici”. Nonostante l’arrivo di Leonetti e la generosità di Cocuzza, che la sua personale scommessa l’ha già vinta, l’impressione è che la società interverrà ancora nel reparto avanzato, consapevole di non poter sforare il tetto dei 24 tesserati complessivi. Con un occhio al budget, che fin qui non è mai stato sforato, ed al reale obiettivo, che resta una tranquilla salvezza già in gran parte ipotecata. Ma per non precludersi i sogni né sprecare il primato detenuto con una difesa così granitica, si interverrà anche dalla cintola in su.