È entusiasta per l’ennesima prova di maturità del suo gruppo e per la definitiva risposta del pubblico il tecnico del Messina Arturo Di Napoli: “Non sono sorpreso dalle presenze sugli spalti e sono contento perché Messina può dare questo ed anche molto di più. Lo avevo detto ad inizio stagione: siamo noi a doverli convincere a ritornare allo stadio, loro una volta tornati sono certo che non ci molleranno. Considero questa casa mia, conosco ogni singolo angolo della città, i suoi pregi, i difetti ed i problemi. Questo popolo si è stretto con grande dignità ai miei ragazzi, ne ha apprezzato doti umane e senso di appartamento”.
Re Artù è consapevole anche delle qualità dell’avversario: “Abbiamo provato a vincere ma il Catania al di là delle penalizzazioni è la squadra più forte del girone, con individualità straordinarie. Ha una grande compattezza, ma noi ci siamo comportanti bene, siamo stati ordinati, abbiamo ribattuto colpo su colpo senza timore di giocare questa sfida. Non abbiamo rischiato niente per cui il risultato è giusto contro un avversario che ha un grande budget, assolutamente non assimilabile al nostro, ed elementi di categoria superiore. È un punto prezioso”.
Le assenze di Tavares e Gustavo si sono fatte sentire alla distanza, con l’assenza di alternative di assoluto livello in panchina: “Quando hai tanti giocatori con problemi fisici è dura reggere 70 o 80 minuti, almeno ai ritmi del primo tempo. Mi aspettavo un calo. Abbiamo proposto delle trame di rilievo e potevamo gestire meglio alcune situazioni. Fa parte del nostro percorso di crescita, giorno dopo giorno miglioriamo ed acquisiamo consapevolezza nei nostri mezzi. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri calciatori”.
All’attuale secondo posto in classifica, anche se adesso a -4 dalla capolista, l’allenatore giallorosso preferisce non dare troppo peso: “Mi preoccupa più quello che ha fatto il Melfi (che ha colto un pari insperato sul campo della Fidelis Andria, ndc) rispetto al risultato della Casertana (vittoriosa 4-0 ad Agrigento). Una volta raggiunta la salvezza questa squadra potrà provare ad alzare l’asticella e magari a vincere il campionato. Ma adesso pensiamo giorno dopo giorno alla permanenza. Poi guarderemo a qualcosa di diverso”. In coda anche un’ammissione sulla sofferenza vissuta in panchina: “È evidente che avrei preferito mille volte giocarlo che seguirlo da bordo campo questo derby…”.