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Quando Re Artù si scusò per il “ritardo”… Ora il primo derby da allenatore

Dal campo alla panchina, ma con l’identica voglia di vincere. Di derby contro il Catania, indossando la maglia giallorossa, Arturo Di Napoli non ne ha giocati molti. Nel 2003, una volta ingaggiato da svincolato dall’allora club di Franza, il bomber di Rozzano esordì con il Cagliari, proprio nella settimana successiva alla sfida d’andata persa in casa dei rossoazzurri per 1-0. In breve tempo l’esonero di Patania e l’arrivo di Bortolo Mutti fecero mutare completamente gli scenari. Da ultimi a indiscussi protagonisti del torneo cadetto.

Di Napoli in gol in Messina-Catania del 2004
Di Napoli in gol in Messina-Catania del 2004

L’ascesa in classifica e la storica rincorsa alla promozione in A vissero una giornata chiave il 29 febbraio 2004, quando il Messina strapazzò il Catania per 3-0. Dopo la lieve frenata, originata dai 5 punti collezionati nei primi 5 turni del girone di ritorno, la banda di Mutti riprese a volare proprio nel match più atteso. Re Artù siglò il gol utile a spezzare l’equilibrio, mettendosi alle spalle due mesi e mezzo senza reti tra le mura amiche. Dopo aver spedito alle spalle di Squizzi il pallone dell’1-0, l’attaccante festeggiò sotto la curva Nord, mostrando una maglietta con l’eloquente scritta “Scusate il ritardo”, per sottolineare quanto ci tenesse a interrompere il digiuno.

Di Napoli accasciato
Di Napoli accasciato davanti alla panchina

Sette giorni prima era andato a bersaglio su punizione a Vicenza, non riuscendo tuttavia ad impedire il ko per 2-1 al “Menti”. L’astinenza gli pesava e lo aveva portato anche ad optare per il silenzio stampa. “Avevo bisogno di serenità – disse quel giorno l’attaccante a Repubblica – non ce l’ avevo con nessuno in particolare ma avevo bisogno di ritrovare un certo equilibrio e soprattutto i gol. Prima la rete di Vicenza adesso quella importantissima al Catania. Quasi non mi sembra vero. Di tutto ciò devo ringraziare i tifosi, l’ allenatore e i miei compagni di squadra che mi hanno dato sempre fiducia e hanno sempre creduto in me. Questo gol e questa vittoria sono dedicati a loro. Sono contento perché la vittoria sul Catania ci rilancia moralmente e dà fiducia a tutto l’ambiente, un po’ demoralizzato dopo la sconfitta di Vicenza. So quanto ci tenevano a vincere il derby con il Catania e a fine partita siamo rimasti in campo per festeggiare sotto le curve. Si sono meritati questa soddisfazione dopo aver sofferto tanto”.

La grinta di Arturo Di Napoli in panchina
La grinta di Arturo Di Napoli da allenatore

Dopo quel 3-0, con il bottino arrotondato dai centri di Sullo e Giampà, per Re Artù ci furono altre dieci esultanze, fino a raggiungere quota 19 con la doppietta rifilata al Como nella gara del matematico approdo in Serie A. Eppure, quel 29 febbraio 2004, sentendo la parola “promozione”, aveva sentenziato: “Lasciamo perdere questa parola. Non parliamone perché si rischia di alimentare tensioni e pressioni che non fanno bene alla squadra”. Il 5 giugno seguente il sogno divenne realtà. Passato dal campo alla panchina, e dal “Celeste” al “San Filippo”, Re Artù spera ora di vivere un’altra giornata così. E chissà, se anche in caso di vittoria domenica nel derby, chiederà di non pronunciare quella parola.

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