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Parisi a 360°: la rinascita dopo il lungo stop. Tutte le emozioni della sua carriera

La fine del tunnel è arrivata sabato scorso. Più di tre anni senza poter scendere in campo, a causa della lunga squalifica nell’ambito del processo sul calcio scommesse. Lo stop lo ha segnato, ma non ha mai perso la forza di credere che la luce si sarebbe riaccesa. Alessandro Parisi ha capito gli errori ed ha saputo rialzarsi. Nel giorno della presentazione ufficiale si era emozionato e aveva fatto emozionare tutti per sensibilità e voglia di riscatto. Arturo Di Napoli, compagno di tante battaglie, oggi suo allenatore, lo ha gettato nella mischia nel corso della ripresa ad Andria. Adesso agirà più da centrale difensivo che da esterno sinistro, il ruolo nel quale era diventato tra i più forti in Italia, ma ciò che importa è essere tornato, a tutti gli effetti, un calciatore.

Burzigotti e Parisi danno indicazioni ai compagni
Parisi dà indicazioni ai compagni ad Andria

Il mancino palermitano si è raccontato in una lunga intervista a 360° ai microfoni di Messina Sportiva e non è riuscito a nascondere l’emozione, soprattutto descrivendo le fasi del suo ingresso sul terreno del “Degli Ulivi”. “Ad Andria ho pensato di essermi finalmente messo alle spalle dei momenti molto particolari. Nel corso dei tre anni di squalifica mia moglie, mio padre ed i miei figli hanno costituito per me uno stimolo nel voler chiudere la carriera sul campo. Non so ancora quando smetterò di giocare, ma è giusto che avvenga con la maglia della squadra che mi ha dato di più in assoluto”.

Alessandro Parisi con la maglia del Messina nel 2004-05
Alessandro Parisi con la maglia del Messina nel 2004-05

L’avventura con il Messina iniziò per la prima volta nell’estate 2003. I giallorossi lo ingaggiarono dalla Triestina, strappandolo alla concorrenza del Palermo che voleva riportarlo a casa. Parisi, con 14 gol, ripagò alla grande la fiducia, risultando tra gli artefici della cavalcata verso la Serie A. “All’epoca nella trattativa fu decisivo il ds Fabiani. Lo conoscevo già da tanto tempo e mi aveva colpito per la sua mentalità vincente. Così da parte mia ci fu subito la volontà di accettare. L’epilogo finale di quel campionato fu strepitoso, perché raggiungemmo la promozione in A, ma soffrimmo parecchio prima di arrivare all’obiettivo”.

L’apice per il Roberto Carlos dello Stretto nel novembre 2004, con la convocazione in Nazionale dopo un avvio esaltante in massima serie sia sotto il profilo personale che di squadra. “La maglia azzurra suscita in me il ricordo più bello della carriera, ma allo stesso tempo nutro anche tanto rammarico perché in seguito un infortunio mi ha penalizzato e non ho avuto la possibilità di lottare per far sì che quella presenza contro la Finlandia non restasse solo una semplice apparizione”.

Con la maglia azzurra nel 2004
Parisi con la maglia azzurra nel 2004

A Bari e Torino è stato allenato da Conte e Ventura (con l’ex compagno Sullo nelle vesti di vice), ovvero l’attuale ct dell’Italia ed uno degli allenatori più preparati del nostro calcio. “Entrambi ricercano il bel gioco ed hanno una mentalità vincente, puntando in ogni allenamento a curare anche i minimi dettagli. Solo chi la indossa può capire l’importanza di vestire la maglia del Torino. E’ un ambiente pieno di storia, nel quale la gente è attaccata alla squadra da generazioni, a prescindere dai risultati. Con i tifosi di Sicilia Granata ho inoltre un rapporto che va ben al di là della professione. Anche in questi anni molto difficili mi hanno fatto sempre sentire un giocatore del Toro”.

Alessandro Parisi con la divisa del Torino, ultima tappa della sua carriera prima della lunga squalifica
Alessandro Parisi con la divisa del Torino

Da Torino-Modena del 2012, gara della promozione in A per i granata, ad Andria-Messina, la partita della rinascita di Alessandro Parisi, portato in trionfo dai compagni al termine del confronto vinto dai giallorossi. “Il rientro è coinciso con una vittoria e tante cose positive. Sono rinato a Messina, nel posto che mi ha dato tutto sia a livello professionale che umano. In questa società, dai dirigenti all’allenatore, ci sono persone che sento molto vicine. E poi abbiamo un presidente umile che rappresenta davvero la città. Ci sono tutti gli ingredienti per far bene”.

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