Nella sola provincia di Messina sono ben sedici gli allenatori “abusivi”, che prendono in prestito lo status di allenatore da chi ha già il patentino e magari non esercita più, consentendo a chi ancora non è in possesso del titolo di potersi sedere in panchina e condurre gli allenamenti durante la settimana. La denuncia arriva direttamente dal presidente della sezione di Messina dell’AIAC, Associazione Italiana Allenatori di Calcio, Francesco Cottone, e già questo basta.
Un fenomeno parecchio diffuso nei settori giovanili e in 3′ Categoria, che però rischia di mettere a rischio la salute dei ragazzi, guidati da chi ancora non ha i titoli e i dovuti aggiornamenti per poter eseguire una corretta preparazione fisica e tecnica.
I motivi, anzi, il motivo che porta a questa forma di prestito non autorizzato è principalmente di natura economica, ovvero con i presidenti che si accontentano di un allenatore senza i dovuti requisiti, piuttosto che dover pagare un mister con maggiori referenze.
Iter che potrebbe essere tranquillamente superato con una maggiore conoscenza delle norme: “E’ vero che la norma stabilisce che un allenatore di 3’ Categoria può arrivare a prendere un rimborso di 2 mila 500 euro l’anno, ma si tratta di una quota massima – ha dichiarato Cottone – questo vuol dire che se si trova un allenatore disposto ad allenare per il piacere di farlo a fronte di una somma inferiore o addirittura gratuitamente è assolutamente lecito. Ciò consentirebbe un rispetto delle norme e soprattutto la salvaguardia dei ragazzi. Le responsabilità? Dei presidenti che li assumono, degli allenatori che gli prestano la licenza e della Lega che non fa i dovuti controlli, purtroppo gli unici a controllare siamo noi”,
Quindi l’invito non può che essere rivolto ai presidenti, di scegliere sempre persone munite di tutti i dovuti requisiti: “Mi è capitato di raccogliere elogi per allenatori “neopatentati” che però divertono i giocatori e propongono idee nuove – ha sottolineato – c’è gente che ancora fa fare il riscaldamento con i giri di campo, oppure mezz’ora senza pallone. Due allenamenti a settimana da un’ora e mezza ciascuno, con la palla i giocatori prendono confidenza solo due ore a settimana: cosa si allena in due ore? Per questo faccio un invito ai colleghi di fare sempre i corsi d’aggiornamento. Non è un caso se la sezione di Messina non ha neanche un allenatore tra i professionisti”.
Ovviamente anche questa forma di abusivismo ha un iter che cerca di contrastarlo: “Noi facciamo la segnalazione, poi sta alla Procura Federale indagare, solitamente viene punita la società e colui che funge da prestanome”.