Ai microfoni di Danilo Sorrentino, il tecnico Arturo Di Napoli ha analizzato ampiamente la gara pareggiata a Pagani: “Sono contento perché comunque diamo continuità di risultati su un campo tosto, contro una squadra difficile da affrontare, che in casa aveva sempre vinto. Grassadonia è un grande amico, con cui sono contento di avere diviso la posta. I loro tre attaccanti non davano punti di riferimento in attacco e ci mettevano in grossa difficoltà”.
Re Artù è consapevole che per almeno un tempo la squadra è stata meno propositiva del solito: “Nei primi 45’ eravamo troppi bassi e contratti. Anche nello spogliatoio ho detto che la nostra punta centrale Cocuzza, che doveva in prima battuta seguire il loro playmaker basso, arretrava nella nostra metà campo e questo non permetteva ai nostri centrocampista di alzarsi. Facevamo fatica nelle ripartenze”.
L’ingresso di Tavares, autore della rete del definitivo 1-1, ha cambiato l’andamento del match: “Nel secondo tempo abbiamo adottato un altro assetto tattico, con una punta in più. Abbiamo alzato il baricentro e si è visto un buon Messina che ha giocato, lottato e creato grossi pericoli. Credo sia un pari ampiamente meritato”.
Le risposte quindi sono ancora una volta positive: “Dobbiamo lottare e restare concentrati. Nella ripresa ho visto l’atteggiamento giusto, di chi si deve salvare. La Paganese ha alcuni giocatori di assoluto spessore. A me piace molto Carcione, Cunzi e Caccavallo hanno grande qualità. Non gli abbiamo lasciato spazi”.
In estate Di Napoli sembrava destinato alla panchina della Paganese ma poi è arrivata una chiamata irrinunciabile dalla Sicilia. Il tecnico ha quindi spiegato perché ha scelto i giallorossi: “Messina è casa mia, è emersa questa possibilità e lì sarei andato in qualsiasi categoria, perché sono troppo legato. Ma tengo a chiarire che non ho avuto mai il piacere di parlare personalmente con il presidente Trapani, una persona competente, che stimo. Avevo sentito soltanto D’Eboli (oggi a Salerno con Fabiani, ndc), con cui comunque ho rapporti da anni, tanto che spesso è ospite a casa mia a Taormina”.
Nessun rifiuto, ha ribadito Re Artù: “Sono un allenatore giovane, alle prime armi, e non mi posso certo permettere di rifiutare la Paganese o la Lega Pro. Ma a Messina per quello che ho rappresentato mi adorano ed io ricambio questo affetto. Ripeto che comunque non c’è mai stato un affondo decisivo da parte della Paganese”.